ROMA – Avrebbe dovuto essere un normale arresto per tentata estorsione. Ma si è trasformato, secondo quanto racconta Repubblica di Bari, in un inseguimento, con colpi sparati in aria e botte dai carabinieri al giovane da arrestare che nel frattempo aveva tentato di fuggire a bordo della propria automobile.
Antonio Torquato Epifani, 31 anni, di Seclì, in Puglia, si è costituito ora parte civile al processo con i suoi due presunti aggressori, Alessandro Carpentieri e Michele Gatto, all’epoca dei fatti in servizio come comandante e maresciallo del Norm della Compagnia di Gallipoli.
I due militari sono stati rinviati a giudizio per quelle botte, date nella notte tra il 16 e il 17 aprile del 2009, che avrebbero causato un trauma alla parte posteriore della testa, che, unito a quello già determinato dalla caduta con la faccia a terra, avrebbe determinato la lesione del midollo a cui è legato “l’indebolimento della funzione deambulatoria, prensile e della sensibilità”.
Secondo Epifani il maresciallo Gatto gli sarebbe piombato addosso aggredendolo e, dopo averlo fatto cadere a terra, lo avrebbe colpito a calci e pugni ai fianchi, alle spalle, alle gambe e in faccia. Il tenente Carpentieri, sempre secondo Epifani, sarebbe arrivato solo in un secondo momento ma non avrebbe fatto nulla per fermare il suo sottoposto, anzi incitandolo a picchiare ancora.
Secondo la ricostruzione ufficiale fornita dall’Arma, invece, i carabinieri stavano andando a casa di Epifani per notificargli un ordine di cattura, ma l’uomo se n’è accorto e si è dato alla fuga, tentando addirittura di investirli. Nell’inseguimentola pattuglia ha sparato alcuni colpi in aria nel tentativo di fermarlo. Epifani alla fine ha lasciato la propria auto per scappare a piedi tra le campagne ma è stato bloccato.
Il processo si svolgerà il 27 ottobre davanti al tribunale di Gallipoli.