“Proveremo che le accuse di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico contestate ad Alberto Stasi sono pura fantasia”. L’avvocato Giulio Colli, legale del giovane (ex imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, assolto giovedì pomeriggio dal Tribunale di Vigevano) assieme al fratello Giuseppe e al professor Angelo Giarda, l’ha sempre detto con convinzione: “Quelle foto e quei filmati sono finiti sul computer di Alberto per errore, come può capitare a tanti navigatori della rete”.
L’udienza in cui il giudice Stefano Vitelli, lo stesso gup che tre giorni fa ha assolto il giovane dall’accusa di omicidio, dovrà decidere se rinviare a giudizio oppure prosciogliere Alberto per il secondo capo d’imputazione. Il doppio reato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico si riferisce al materiale (13 fotografie e quattro filmati che ritraevano bambini in atteggiamenti inequivocabili con adulti) che, nel dicembre di due anni fa, venne scoperto dai carabinieri del Ris di Parma durante le indagini sull’omicidio di Chiara, assassinata nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007 .
Oggi, a quei file, si sono aggiunte dieci immagini nuove dello stesso tipo. Immagini, che risultavano cancellate dal computer di Stasi, e che sono state scoperte per la prima volta nella memoria del pc dai periti informatici nominati dal giudice Vitelli, l’ingegner Roberto Porta e il dottor Daniele Occhetti, durante una riunione peritale che si è tenuta venerd scorso a Torino. Alla presenza dei consulenti di parte (il professor Antonio Lioy e l’appuntato scelto del Ris, Saverio Paolino per l’accusa e i tecnici Enrico Cerati e Alessandro Borra), gli esperti informatici hanno estrapolato dal computer di Stasi le dieci immagini pedopornografiche più un altro migliaio di foto e filmati pornografici che erano stati cancellati. Solo nella riunione dell’8 gennaio prossimo sarà possibile conoscere le modalit… di scaricamento dei file proibiti e, in particolare, se quelle foto possano essere finite sul pc del ragazzo senza che lui si accorgesse di nulla.
Intanto i periti informatici hanno avviato le analisi anche sul computer che, sempre nel dicembre 2007, venne sequestrato ad un amico di Alberto, dove sarebbe stato trovato un numero elevatissimo di immagini porno, tra cui alcune considerate “dubbie”. L’obiettivo degli accertamenti sarà quello di scoprire se vi sia o meno corrispondenza di immagini pedopornografiche tra il computer di Alberto e quello dell’amico.