Dirigenti, tecnici e dipendenti della ditta lombarda “Bioster spa” gestivano le operazioni di sterilizzazione dei “ferri” per, alcuni ospedali e case di cura del Centro Italia, omettendo – secondo i carabinieri – sistematicamente di attuare il procedimento di abbattimento finale dei residui del gas tossico utilizzato (ossido di etilene).
Era nello stabilimento Bioster di Popoli (Pescara) che avveniva «il 99% dell’attività illegale», che consisteva nella non perfetta e regolare sterilizzazione di ferri chirurgici, in quanto si ometteva la fase di degassazione, e nella sterilizzazione di partite di alimenti di frutta secca, quale pinoli e funghi, con ossido di etilene ritenuto cancerogeno.
A capo dell’organizzazione vi erano due bergamaschi, Sara e Gianluca Bonomi, di 43 e 41 anni, figli dell’amministratore unico e legale rappresentate della Bioster, non coinvolto però nella vicenda. Erano loro, secondo i Nas, che impartivano ai dipendenti i vari compiti, tra cui quello di falsificare i documenti in modo da mascherare le inadempienze.
Nella lista degli arrestati anche quattro pescaresi: Domenico Bucci, Francesco Anastasi, Ketti e Antonio Luccitti. Sono 42 sono in totale gli indagati a piede libero, 36 dei quali già identificati. Tra i denunciati anche due ditte alimentari, con sede nella provincia di Roma. I titolari erano a conoscenza dei procedimenti illegali che venivano effettuati nello stabilimento di Popoli.
Diverse le strutture sanitarie che sarebbero state oggetto di truffa da parte del gruppo. Tra queste l’ospedale Sant’Eugenio di Roma, l’Alesini di Roma, il San Camillo Forlanini, gli Istituti Regina Elena di Roma, l’ospedale Grossi di Ostia e il Mazzini di Ascoli. Le indagini erano partite due anni fa, dopo il sequestro di un impianto di sterilizzazione presso lo stabilimento di Popoli, che non aveva l’autorizzazione necessaria.