Un disoccupato di Gela, con moglie e 3 figlie a carico, dopo aver tentato per due volte il suicidio e dopo essere scomparso per alcuni giorni, in preda alla disperazione, ha deciso ora di vendere “un rene o qualche altra parte del corpo”.
Lui è Rosario Migliore ed ha 34 anni. Ha annunciato la propria decisione con una forma di pubblicità capillare, attraverso cartelli affissi davanti a vari supermercati della città , con i numeri di due telefoni cellulari: quello suo e quello della moglie.
“Mi hanno già offerto 90 mila euro per un rene – ha dichiarato ai cronisti – ma i soldi non bastano per i debiti che la famiglia ha accumulato dopo mesi di disoccupazione”. “Mi occorre una cifra più consistente. Forse se cedo una parte del mio fegato ce la faccio”.
Migliore, operaio licenziato da una ditta di trasporti a Novara, è tornato a Gela dove ha fatto il guardiano notturno per molti mesi, lavorando in nero, senza un giorno di riposo, quando ha chiesto l’aumento dello stipendio è stato mandato via senza preavviso.
Il giorno di San Silvestro tentò di gettarsi in mare per morire annegato, perché non era in grado nemmeno di acquistare la bambolina che una delle sue tre figlie gli aveva chiesto in regalo per la befana. I carabinieri lo salvarono e lo aiutarono. Il commissario straordinario del comune, Rosolino Greco, gli promise un mese del proprio stipendio.
Ma il 14 gennaio, ancora senza lavoro e senza soldi, tentò di lanciarsi dal pilone di un ponte della zona industriale. Anche in quella occasione fu salvato, stavolta dalla polizia, che però lo denunciò per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme. Il mese scorso andò via di casa. La moglie ne denunciò la scomparsa alle forze dell’ordine che lo ritrovarono dopo 3 giorni d’assenza in stato confusionale.
Adesso, la decisione di vendere “un rene o qualche altra parte del corpo”.