Coca-party e stupri. Dove? In questura, naturalmente. Questo lo scenario che sta emergendo da un’indagine condotta dalla Procura di Genova. Per ora ci sono tre poliziotti indagati che, secondo il quotidiano La Repubblica, potrebbero essere rinviati a giudizio entro la fine del 2009. Ma l’inchiesta pare destinata ad allargarsi e a coinvolgere, almeno come consumatori di stupefacenti, altri 20 agenti.
L’indagine è partita da su una serie di stupri commessi nelle guardine della questura e presto ha coinvolto diversi investigatori genovesi, soprattutto dopo la testimonianza di un ristoratore del levante cittadino che sostiene di aver trovato tracce di cocaina nel bagno del suo locale e di avere, per questo motivo, cacciato il vicequestore e tre agenti.
Se a questo aggiungiamo la recente condanna, in appello, di tre poliziotti accusati di aver seminato nella scuola Diaz vari tipi di droga per “incastrare” i dimostranti del G8, il quadro che ne deriva, per la polizia ligure, non è dei migliori.
I fascicoli dell’inchiesta sono due: i coca party in questura e la cocaina nel ristorante. Soprattutto quest’ultima, stralciata dalla prima indagine, lascia interdetti gli investigatori. Se il vicequestore fosse stato “pulito”, infatti, avrebbe risposto al gestore. Invece ha lasciato il locale a testa bassa. Il ristoratore, che ha testimoniato spontanemente è giudicato «attendibilissimo». I poliziotti, che hanno più di qualcosa da spiegare, verranno invece ascoltati nei prossimi giorni.