Ha patteggiato otto mesi davanti al giudice Giuseppe Dagnino che gli ha revocato gli arresti domiciliari sostituendoli con l’obbligo di firma, il genovese accusato di aver indotto il figlio di 10 anni a rubare all’interno di un grande magazzino di prodotti hi-tech di via XX Settembre, a Genova.
L’uomo,eva passato la detenzione domiciliare in casa dei genitori mentre il figlio, non imputabile, era stato affidato alla madre. L’episodio risale al settembre scorso quando l’uomo fu arrestato per furto aggravato e per induzione di persona non imputabile a compiere un reato.
Per il bambino, come aveva dichiarato agli agenti di polizia giudiziaria del commissariato centro, quello era un gioco. Il padre, immortalato dai filmati delle telecamere a circuito chiuso del negozio, avrebbe scelto gli oggetti informatici più facili da piazzare indicandoli al figlio e poi usciva dai locali aspettando che il bimbo li prelevasse.
Il 7 settembre il bambino si stava apprestando a rubare un videogioco Nintendo, del valore di circa 200 euro, forzando le placche anti-taccheggio quando è stato bloccatodai poliziotti mentre il padre era stato rintracciato poco distante. Qualche giorno prima, infatti, c’era stata la segnalazione dei vigilantes del grande magazzino.