«Ieri alle nove e venti abbiamo ricevuto la visita delle forze dell’ordine, che hanno sequestrato la nostra intera produzione di cannabis: sappiamo che la nostra è disobbedienza civile, che è illegale, ce lo aspettavamo – spiega Giovanni Mancioppi, storico attivista del Tdn – Oggi però siamo qui per rivendicare il nostro diritto all’autoproduzione, come il diritto ai malati di scegliere una cura autonomamente».
“Giusto o sbagliato, non è reato”, recitava invece lo striscione della Comunità di San Benedetto al Porto, in piazza insieme con i ragazzi: «Quindici anni fa, nel 1999, è stato don Andrea Gallo a piantare la prima piantina di marijuana al Tdn – spiega Domenico Chionetti, portavoce della comunità – A distanza di anni, non è più chiaro il senso di quell’iniziativa, che voleva semplicemente scardinare i ragionamenti riguardo al proibizionismo e aprire una nuova riflessione rispetto alla canapa medica e, soprattutto, chiedere l’abrogazione della legge Fini-Giovanardi, che in Italia rappresenta il principale motivo di sovraffollamento delle carceri».