Genova, VIncenzo Zarafa muore 5 giorni dopo il vaccino contro influenza

Genova, VIncenzo Zarafa muore 5 giorni dopo il vaccino contro influenza

GENOVA – Vincenzo Zarafa, 69 anni, è morto improvvisamente cinque giorni dopo essersi vaccinato contro l’influenza. Maestro di sub e preparatore degli insegnanti di immersione genovesi, si era sentito male nella sua casa di via Gaulli a Genova, il 19 novembre.

I tentativi dei soccorritori prima, e del personale medico dell’ospedale San Martino poi , non sono stati utili per salvargli la vita. La vicenda la racconta il Secolo XIX:

Un fulmine a ciel sereno per i familiari. Inspiegabile quella morte così improvvisa di un uomo «sano e sportivo, sempre in attività», come lo ricorda chiunque l’abbia conosciuto. E sarebbe forse rimasto così per sempre, senza una spiegazione cui aggrapparsi per darsi almeno pace, quel malore che se l’è portato via. Ma giovedì scorso, l’annuncio della regione Liguria di sospendere le vaccinazioni in seguito al farmaco killer che aveva ucciso tre persone in Molise e Sicilia, ha cambiato le carte di tutta questa storia. Almeno per i familiari. «Si tratta di un caso – spiega il professor Filippo Ansaldi, docente del dipartimento Dissal all’Università di Genova e della e direzione sanitaria del San Martino – non di una morte sospetta. Sono in corso accertamenti dopo l’autopsia, ma una causa è già stata isolata. Rispetto ai casi incriminati la tempistica è diversa e, soprattutto, sono diversi i farmaci». Un passo indietro, i fatti. È il 14 novembre scorso. Vincenzo Zarafa si reca dal medico di base e si fa iniettare il vaccino antinfluenzale. «Era la prima volta che si vaccinava in vita sua – spiega Massimo Zarafa, figlio di Vincenzo – Non lo aveva mai fatto prima. Il giorno dopo non stava bene, aveva la febbre. Ma non ci siamo preoccupati»”.

“Inizia così il calvario dell’istruttore di sub e tre giorni dopo il vaccino, peggiora. «Mio padre si è svegliato con un braccio e una gamba gonfi. Abbiamo contattato il medico che gli ha prescritto del cortisone». Vincenzo Zarafa assume il farmaco, ma le condizioni non migliorano. E passa tutto il 18 novembre, quattro giorni dal vaccino. «La situazione è precipitata la mattina del 19 – racconta il figlio – Mio padre si è alzato da letto e non riusciva a respirare, così abbiamo chiamato i soccorsi». In via Gaulli, dove Vincenzo vive con la moglie, arrivano subito il personale medico dell’emergenza e l’ambulanza. L’uomo ha un primo arresto cardiaco. «Il suo cuore non batteva più – racconta Nella Bay, la moglie – Lo hanno rianimato qui e poi accompagnato all’ospedale». È la tarda mattinata quando Vincenzo raggiunge in fin di vita il pronto soccorso”.

“«I medici hanno iniziato innumerevoli terapie – spiega il figlio – ma mio padre non reagiva. Anzi, il cuore si è fermato e ha ripreso a battere più volte. Non riuscivamo a capire cosa stesse succedendo. Ci hanno parlato di un probabile shock anafilattico, poi di meningite. Ma ogni volta che ci si avvicinava ad una diagnosi, questa veniva smentita». Il cuore di Vincenzo si ferma definitivamente nel primo pomeriggio. «I dottori ci hanno detto che era stato un caso particolare, che era meglio effettuare l’autopsia», spiega ancora Maurizio Zarafa. L’esame è stato effettuato una settimana fa. «Dai primi accertamenti posso tranquillamente escludere che possa trattarsi di una morte causata dal vaccino», insiste Filippo Ansaldi. Cosa abbia ucciso l’uomo, ancora oggi, è da chiarire. «C’è una causa che non è il vaccino – ripete Ansaldi – Gli ulteriori accertamenti clinici, che saranno pronti tra poche settimane, completeranno il quadro e ci consentiranno di esprimerci. Ma non deve succedere che le persone non si vaccinino per paura. Non ci sono timori»”.

Published by
Lorenzo Briotti