NAPOLI, 15 SET – Le dichiarazioni contenute nella memoria scritta di Silvio Berlusconi, consegnata nei giorni scorsi dai pm di Napoli, ”a parere della difesa rendono superflua ogni ulteriore assunzione testimoniale del Presidente”. E’ quanto afferma l’avvocato Niccolo’ Ghedini, legale del premier, nell’istanza – respinta oggi dai pubblici ministeri di Napoli – con cui chiede che Berlusconi, parte offesa nell’inchiesta sul presunto ricatto ai suoi danni, sia citato non come persona informata dei fatti ma in qualita’ di indagato in un procedimento connesso (ovvero il cosiddetto Rubygate, condotto dalla procura di Milano).
Se la procura di Napoli intendesse quindi rivolgere rispetto al memoriale ”ulteriori domande a chiarimento, dovranno essere rispettati alcuni fondamentali criteri”, scrive Ghedini, riferendosi alla assistenza del difensore nell’interrogatorio e alla facolta’ di non rispondere, concesse appunto dalla qualita’ di indagato in un procedimento connesso. Accennando poi alla circostanza che al Rubygate si fa riferimento anche nell’inchiesta napoletana sul presunto ricatto (con la prospettazione della trasmissione a Milano di atti compromettenti al centro dell’indagine sulle escort condotta a Bari), Ghedini afferma che ”appare evidente come cio’ non consenta di assumere il Presidente Berlusconi come testimone”. ”Il collegamento enunciato – scrive il penalista – infatti riguarda l’imputazione formulata avanti il Tribunale di Milano nel processo cosiddetto ‘Ruby’ ”. Per l’avvocato ”i fatti accaduti a Bari, e che sarebbero oggetto della condotta estorsiva, potrebbero essere riversati, tramite l’invio degli atti, nel processo milanese”. ”E’ quindi evidente – osserva Ghedini – che qualsiasi domanda, anche solo di chiarimento, che possa concernere tale argomento, seguendo il ragionamento dello stesso giudicante (il gip di Napoli, ndr), potrebbe, in astratto, rivelarsi pregiudizievole per il Presidente Berlusconi”.
La presenza del difensore all’eventuale interrogatorio ”si rende ancor piu’ necessaria ove si pensi alla problematica riguardante gli asseriti pagamenti in contanti (si ipotizzerebbe infatti un illecito amministrativo riferito alle norme antiriciclaggio, ndr), ove effettivamente questi superassero la soglia consentita, il che e’ tutto da discutere e da verificare”. Ghedini sostiene infine l’inutilizzabilita’ delle intercettazioni in cui conversa Berlusconi. ”A prescindere dalla tematica della liceita’ delle intercettazioni stesse – scrive l’avvocato – ove si acclarasse che si tratti delle cosiddette ‘indirette mirate’, comunque queste per poter essere utilizzate nel corso dell’esame testimoniale, necessitano, per quanto attiene il presidente Berlusconi, della autorizzazione della Camera dei Deputati”. Ghedini, a conclusione dell’istanza, chiede che la procura di Napoli ritenga superflua l’audizione di Berlusconi e, ”nell’ipotesi in cui si dovesse insistere per assumere tale testimonianza si chiede che si svolga secondo i precetti sopraenunciati”.