Dossier illegali, Ghioni: “Accordo tra Fastweb e il garante per multare Telecom”

Un accordo tra Fastweb e l’Autorità garante per la Concorrenza «per far ricevere una multa molto rilevante a Telecom Italia». E per tal motivo «fu chiesta un’attività di questo tipo», ovvero una intrusione informatica all’Autorità. È quanto ha spiegato Fabio Ghioni, ex vertice della sicurezza informatica di Telecom, durante l’incidente probatorio del cinque marzo scorso davanti al gup del Tribunale di Milano, Mariolina Panasiti.

I fatti in oggetto si riferiscono al periodo in cui, presidente dell’Antitrust, era Giuseppe Tesauro. Ghioni, imputato nella vicenda dossier illegali – il suo esame riprenderà la settimana prossima – rispondendo alle domande dei pm Fabio Napolene e Nicola Piacente ha spiegato a proposito della intrusione al Garante della Concorrenza: «L’evento, che è sempre stato segnalato da Tavaroli era in relazione a una specie di accordo che, secondo Tavaroli, Sasinini e Bernardini (gli ultimi due rispettivamente ex giornalista e investigatore privato a loro volta imputati) era stato fatto tra l’Autorità Garante e Fastweb per far ricevere una multa molto rilevante a Telecom Italia che poi tra l’altro in effetti è stata data. Secondo Tavaroli la persona, mi pare si chiamasse Tesauro (Giuseppe Tesauro presidente dell’Authority, ndr) era in diretta relazione con Fastweb proprio per fare una concorrenza sleale a Telecom Italia. Fu chiesta una attività di questo tipo (intrusione informatica) però non ricordo assolutamente se sia andata a buon fine, ma non era nello stesso periodo di Colao».

«Però ancora una volta il sospetto segnalato da Tavaroli era quello di una possibile complicità, possiamo dire, tra la società concorrente Fastweb, all’epoca, e l’Authority – dice il pm – quindi una sorta di accordo per colpire Telecom? Questo era il senso?».

«Si – risponde Ghioni – per colpire Telecom per quanto riguarda l’abuso di posizione dominante: in un caso specifico e… ecco in questo caso ad esempio Bernardini aveva prodotto un’ampia documentazione in relazione a Fastweb che aveva questo accordo con l’Authority e questa documentazione era nella mia cassaforte».

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Lorenzo Briotti