Caso Claps, l’ira del fratello: “Il ritrovamento di Elisa fu una messa in scena”

Elisa Claps

Una messa in scena. Così Gildo Claps, fratello di Elisa, scomparsa il 12 settembre 1993, ha definito il ritrovamento del corpo della ragazza. “Siamo convinti, ma non solo noi, che il ritrovamento del cadavere di Elisa, il 17 marzo, è stata una messa in scena”, ha detto stamattina in un’intervista con Radionorba Notizie. Dopo 17 anni dalla sua sparizione, il corpo di Elisa è stato trovato il 17 marzo scorso nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità, a Potenza.

“Non sono chiare – ha aggiunto Gildo Claps – le circostanze del ritrovamento del 17 marzo. E’ evidente che il ritrovamento é avvenuto in precedenza e che quindi ci sono ombre, dubbi e sospetti che gravano su quanto è accaduto nella chiesa della Trinità. L’invito che abbiamo fatto al clero, e al vescovo in particolare, è quello di dire finalmente la verità su quanto accaduto”.

Già ieri Gildo Claps si era espresso duramente sul mandato di cattura europeo disposto dalla Procura della Repubblica ai danni di Danilo Restivo, accusato di essere l’omicida di Elisa. La famiglia, ha dichiarato il fratello della studentessa potentina, ha accolto “con soddisfazione” la notizia dell’arresto disposto dalla magistratura salernitana per Danilo Restivo, ieri pomeriggio. “Abbiamo atteso, anzi abbiamo elemosinato per 17 anni – ha detto nell’intervista con Radionorba Notizie – questo atto, l’atto di arresto. Fin dall’inizio avevamo indicato Danilo come il responsabile della scomparsa di Elisa. Quindi oggi si compie un percorso che è una battaglia che è durata 17 anni. E’ evidente che per noi è solo il primo tassello di una verità ancora difficile da raggiungere perché è evidente che ci sono complicità e connivenze che ancora devono venir fuori e quindi necessariamente – ha concluso Claps – ci auguriamo che le autorità inquirenti facciano piena chiarezza e piena luce su quanto accaduto quel 12 settembre 1993”.

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Sandro