TOANO (REGGIO EMILIA) – Morte di Gino Mazzacurati, la eredità scomparsa del figlio Mario è in un conto in Lussemburgo? E’ quel che sembrerebbe a giudicare dal testamento olografo “lasciato da Gino Mazzacani il 30 gennaio 2000 in cui si fa riferimento ad un contro deposito titoli”, scrive il quotidiano la Gazzetta di Reggio.
Mario Mazzacurati, 54 anni, è convinto che esista in Lussemburgo un “tesoretto da milioni di euro che sarebbero i risparmi del padre Gino (morto nel 2004) che per anni aveva gestito un forno a Saltino di Prignano (Modena)”, scrive il quotidiano emiliano, che spiega:
L’erede ha avviato un braccio di ferro giudiziario – in tribunale a Reggio – con il Banco Popolare perché il padre ha avuto dal 1960 un conto e rapporti bancari con la filiale di Cerredolo di Toano. E dopo un botta e risposta fra avvocati, ora il giudice Niccolò Stanzani Maserati ha ordinato alla banca di consegnare la documentazione finanziaria relativa al fornaio defunto.
«Purtroppo per colpa del Banco Popolare – rimarca l’avvocato Nino Ruffini che assiste Mario Mazzacani in questa battaglia legale – sono decorsi i termini per la regolarizzazione dei capitali all’estero. Comunque ora, in forza dell’ordine esecutivo del tribunale, provvederemo ad obbligare la banca alla consegna della documentazione oggetto della controversia».
Ma non finisce qui. Perché c’è anche un avvocato che si dice
«al corrente delle operazioni finanziarie fatte nel 1992 dal fornaio, su consiglio della banca, facendo così confluire i suoi risparmi verso il Lussemburgo». E sempre secondo il legale «tale informazione è confermata dal testamento olografo lasciato da Gino Mazzacani il 30 gennaio 2000 in cui si fa riferimento ad un contro deposito titoli». E le cifre di quel conto erano state annotate da Gino su un biglietto da visita che pubblicizzava il suo forno. Il mistero milionario continua…