Nascosero una vincita da 130mila euro a un cliente che giocava ogni settimana la stessa schedina Totip e spesso pagava e ritirava il tagliando il giorno dopo l’estrazione: per questo i titolari di una ricevitoria di Taranto (madre, figlio e nipote) sono stati condannati in via definitiva a un anno e 4 mesi di reclusione.
La Corte di Cassazione ha infatti confermato la sentenza emessa in primo e secondo grado. La sospensione della pena è condizionata al pagamento di una provvisionale pari al valore della vincita negata.
I fatti risalgono al 27 ottobre del 2002. I titolari della ricevitoria, accusati di appropriazione indebita, nascosero la vincinta all’ideatore del sistema, consegnandogli una schedina manipolata. Il cliente scoprì di essere stato raggirato e denunciò l’accaduto alla magistratura.
L’avvocato Fabrizio Lamanna, legale dello scommettitore, ha annunciato che il suo assistito ora chiederà il risarcimento del danno. Una perizia ha accertato che solo l’ideatore del sistema, i responsabili della ricevitoria e la Sisal potevano conoscere quella combinazione: una giocata che aveva una possibilità di vincita su sei milioni di miliardi.