PORDENONE – “Ho sbagliato a non dire subito che ero lì: queste le prime parole di Giosuè Ruotolo, il militare campano arrestato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone. Fino a ieri, lunedì 7 marzo, il giovane militare era stato indagato per l’omicidio della coppia ma era rimasto a piede libero. Ora l’arresto, a segnare una svolta nell’inchiesta sulla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza avvenuto quasi un anno fa.
Anche la fidanzata di Ruotolo, Maria Rosaria Patrone, è stata arrestata, ma per lei il giudice ha deciso i domiciliari. La donna è accusata di favoreggiamento per aver aiutato Giosué Ruotolo nell’eludere le investigazioni.
Fino al 23 settembre il 26enne caporalmaggiore di Somma Vesuviana non aveva mai rivelato agli inquirenti la sua presenza sulla scena del crimine. “Temevo per la mia incolumità e per le ripercussioni sul concorso per entrare nella Guardia di finanza”, giustificherà poi così il suo silenzio. Lo ha assalito un pentimento tardivo. Aveva appena finito il suo turno di lavoro alla caserma Mittica e si era ritirato nella sua stanza. I carabinieri del comando provinciale e del Ros si sono presentati al cancello e quindi, nel suo alloggio, gli hanno notificato l’ordinanza del gip Alberto Rossi, su richiesta dei pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro. Soltanto un breve tremito ha accompagnato la lettura della formula di rito. Poi il giovane militare di Somma Vesuviana ha ripreso il controllo di se stesso. Ruotolo ha raccolto i suoi indumenti e ha seguito docilmente i carabinieri, che lo hanno accompagnato immediatamente al carcere di Belluno.