Disavventura su un volo Alitalia per colpa della “Magica Roma”

ROMA – Un esempio di scarso rispetto da parte dell’Alitalia verso i suoi passeggeri è riportato dal Giornale che pubblica in prima pagina la lettera d un manager milanese, Giovanni Danesi, che racconta la sua doppia disavventura su un volo da Roma a Milano, prima al check in poi a bordo. Il riferimento al volo è preciso, quello delle 17,30 di sabato 25 febbraio.

Racconta il passeggero: “Sono un professionista e spesso devo re­carmi a Roma per lavoro, viaggi brevi di un paio di giorni al massimo, quindi sempre con baga­glio a mano. Sono titolare di Freccia Alata, una car­ta che dimostra che in ogni mio spostamento aereo prediligo la scelta di Alitalia sulle molte altre propo­ste sul mercato. Sabato 25 febbraio, di rientro da Roma su Linate, volo prenotato delle 17.30, sono al banco (…) segue a pagina del check in destinato alla Freccia Alata e vengo chiamato al banco a fianco, in quel mo­mento libero. L’operatore mi chiede di pesare il mio bagaglio a mano (una borsa più piccola del classico trolley). Ebbene:lo zelante e giovane addetto rileva un’eccedenza di 4 kg di peso e mi dice che il mio bagaglio va im­barcato”.

Il manager prosegue: “Provo a obbiettare che è lo stesso bagaglio con cui sono partito il giorno prima da Mila­no e mi viene risposto che evi­dentemente a Milano hanno sbagliato. Provo di nuovo ad ob­­biettare che anche a Milano il personale è Alitalia ma niente, devo imbarcare il bagaglio. Allo­ra levo il computer, peso 3 kg, che l’amico che mi accompa­gna si impegna a riportarmi a Milano il giorno dopo. Il baga­glio viene ripesato, ma c’è anco­ra un’eccedenza di 800 grammi! Vengo guardato con aria suppo­nente e di sfida. Allora tolgo la busta delle scarpe rimarcando che è veramente assurdo umilia­re un passeggero al banco check in costringendolo a togliere un paio di scarpe dal bagaglio. L’operatore,tralo stupore gene­rale, insiste. Se avessi fatto il check elettro­nico tutto questo non sarebbe successo, ma l’addetto resta ir­removibile. Al momento del­l’imbarco vengo chiamato al banco ove mi chiedono di mo­strare la mia carta di imbarco. Mi viene detto che «poiché sono saltati dei posti» devono cam­biare il mio. Ero nella fila 2 corri­doio, mi ritrovo nella fila 20 al centro! «Ma come?», obbietto. «Ho un biglietto tariffa intera che costa più di un Milano-New York, sono titolare di Freccia Alata e senza ragione vengo messo alla fila 20»”.

Poi il racconto prosegue così: “Una volta salito tutto si spie­ga: è arrivata la «Magica Roma» e tutta la squadra è nelle prime file! Al passaggio del gate mi vie­ne staccato il tagliando e l’ad­detta che prima mi aveva annun­ciato il cambio mi guarda con aria imbarazzata e al mio com­mento «adesso ho capito il per­ché », risponde: «purtroppo co­sa ci vuol fare…». Faccio chiamare il capo cabi­na e gli dico che è una vergogna e questa è l’ennesima dimostra­zione di come vanno le cose in Italia”.

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luiss_smorgana