Svetlana, Mescalina, Arina e Dana. Belle, bellissime ma solo per pochi. Facoltosi clienti che pagavano per queste splendide escort russe cifre assai consistenti. A sfruttarle altre donne, cinque “maitresse”, anche loro russe: due arrestate e una ricercata dalla polizia di Roma.
Sfruttate in alberghi di lusso. Il giro delle escort russe, con base a Roma, arrivava a fruttare una media di 20 mila euro al giorno e le “ragazze”, che facevano il giro del mondo tra Atene e Parigi, con regolari visti turistici, si prostituivano nei migliori alberghi della capitale o in lussuosi appartamenti. A scoprirlo, grazie all’operazione “Cerber”, è stata la Squadra mobile della capitale, diretta da Vittorio Rizzi. ‘Cerber’ come il nome che le escort davano alle loro cinque sfruttatrici, “ferree” nella gestione del business del sesso.
Le ragazze, come rende noto l’Ansa, venivano scelte attraverso siti internet, in cui erano pubblicizzate e poi smistate alla clientela, secondo le più diverse esigenze e disponibilità economiche, tramite un call center gestito dalle maitresse. I clienti, tutti facoltosissimi, venivano accolti in appartamenti presi in affitto nel centro di Roma o a Trastevere, oppure nei migliori alberghi della Capitale in cui le ragazze erano regolarmente registrate.
Le “tariffe”. Una singola prestazione veniva a costare dai 300 ai 2 mila euro: la metà andava alle ragazze, retribuite attraverso ricariche delle carte di credito. Le indagini, iniziate sei mesi fa e coordinate dal gip Maurizio Silvestri e dal pm Giancarlo Amato, hanno portato a identificare 50 prostitute russe e cinque sfruttatrici. E’ ricercato anche un uomo che si occupava della pubblicità sui siti internet delle escort. Durante gli arresti la polizia ha sequestrato 52 mila euro, 2.300 sterline e 50 cellulari, ognuno intestato con una targhetta, a una ragazza diversa: Svetlana, Mescalina e altre.
Il mercato del sesso. Secondo quanto spiegato dal dirigente della mobile romana, Vittorio Rizzi, il mercato del sesso, in Italia, è un business gestito sempre di più da organizzazioni criminali straniere: russe, cinesi, sudamericane. “Ormai da anni – ha spiegato il capo della squadra mobile – si è consolidato come lo sfruttamento della prostituzione sia un fenomeno gestito dalla criminalità straniera. Molto raramente documentiamo situazioni di sfruttamento con organizzazioni locali nazionali”. La prostituzione, secondo Rizzi, “occupa diverse fasce di mercato e le squadre mobili che contrastano questo fenomeno modulano la loro azione, con apposite sezioni, a seconda del tipo di sfruttamento: da quello più terribile della prostituzione di strada, a quello delle escort”.
