ROMA, 20 DIC – Il contratto collettivo nel settore giornalistico ''e' garanzia di concorrenza leale'', ma servono anche ''flessibilita''' e ''qualita''': e' la linea indicata dal presidente della Fieg e dell'Ansa, Giulio Anselmi, nel suo intervento al convegno organizzato oggi a Roma nella sede della Fnsi sui 100 anni del contratto di lavoro giornalistico.
''La contrattazione collettiva – ha sottolineato Anselmi, al suo primo intervento pubblico come presidente della Federazione degli editori – e' un bene collettivo per i giornalisti, ma anche per gli editori, perche' e' garanzia di concorrenza leale. In una situazione di crisi e' frequente che ci siano aziende in cui i rapporti di lavoro sono falsati'' o ''sedicenti cooperative in cui la tutela del lavoro non e' sufficiente e questo diventa elemento di falsificazione della concorrenza. Ecco perche' – ha detto ancora Anselmi – nel mondo editoriale non si trovano tanto accenti marchionniani, quanto piuttosto la preoccupazione per una contrattazione collettiva che punti solo sugli elementi premiali e non sulla qualita'''.
Dunque, per il presidente della Fieg, ''contrattazione collettiva si', ma anche, come richiede il momento, elasticita' e flessibilita', intesa non come strumento per aggirare i diritti, ma per rendere piu' agili le aziende e piu' facile il lavoro dei giornalisti, specie sul terreno della multimedialita' e delle nuove tecnologie. Le aziende devono poter mettere in atto una contrattazione aziendale che consenta loro di stare sul mercato''.
Centrale, per Anselmi, e' anche la qualita': ''C'e' bisogno di nuove figure professionali: siamo inchiodati a figure professionali arcaiche, adatte ai tempi in cui Barzini andava in macchina da Pechino a Parigi''. Ma soprattutto c'e' bisogno di ''avere buoni giornalisti, che e' la condizione per la salvezza dell'informazione. Appena sono diventato presidente Fieg – ha detto Anselmi – ho sottolineato la centralita' della carta stampata, che vuol dire anche adeguarsi ai tempi praticando la multimedialita'. Ma non basta declinare l'informazione su media diversi perche' diventi buona: e' essenziale lavorare tanto, e senza retorica, sulla qualita' dei giornalisti''.
