IL CAIRO – “Prima della sua scomparsa la sera del 25 gennaio 2016”, Giulio Regeni “effettuò 20 chiamate telefoniche”: lo ha sostenuto una “fonte della sicurezza” in dichiarazioni al quotidiano egiziano Akhbar Al Youm. Il giornale precisa che “il rapporto della compagnia telefonica consegnato agli investigatori fornisce prove chiare” per nutrire “sospetti” e che tale documento aiuta la sicurezza nella ricerca dei responsabili dell’omicidio. Il rapporto, viene aggiunto, “dopo aver verificato il numero di chiamate effettuate il 24 e 25 gennaio, include altre persone sospette”.
“Il telefono mobile di Giulio” Regeni “, continua il quotidiano egiziano, è stato chiuso una mezz’ora prima del suo rapimento in via Sudan, secondo le indagini e il rapporto della compagnia di comunicazioni”. La fonte ha confermato che “le videocamere che si trovano nei negozi e imprese” della zona “non hanno fornito alcun elemento su questo caso”. L’indicazione sulla scomparsa del segnale telefonico in via Sudan al Cairo era emersa due settimane fa. Fonti giudiziarie citate dai media il 14 febbraio avevano già precisato che “l’ultima chiamata del 28enne” era “stata fatta alle 19.20”.
Le ultime notizie su Giulio Regeni indignano indifferentemente a destra come a sinistra:
“Le indiscrezioni che trapelano dagli inquirenti italiani parlano di professionisti della tortura in riferimento agli esecutori dell’uccisione di Giulio Regeni. L’Egitto ci ha riempito di bugie con buona pace del governo italiano che si sta facendo prendere in giro. A questo ragazzo e a alla sua famiglia dobbiamo giustizia, all’Italia il rispetto. Renzi ha distrutto la credibilità del nostro Paese all’estero e ora ci trattano come carne da macello”. Lo afferma Daniela Santanchè, deputato di Forza Italia.
“Il governo egiziano sta prendendo in giro il popolo italiano e sta infangando la memoria di Giulio Regeni in forme intollerabili. Il governo italiano continua a protestare senza avviare nessun atto concreto nei confronti del governo egiziano, e questo è uccidere Regeni due volte”. Così il segretario del Partito della Rifondazaione Comunista Paolo Ferrero, oggi a Cosenza.