ROMA – La procura di Roma sta indagando dallo scorso ottobre sulla scomparsa dell’egiziano Adel Meawwad Heikal, 49 anni, avvenuta nella capitale e della quale ha fatto cenno il presidente dell’Egitto Abd Al-Fattah Al Sisi nell’intervista concessa a Repubblica. Dagli accertamenti finora eseguiti, secondo indiscrezioni, non sono emersi elementi per collegare la scomparsa dell’uomo a fatti criminali.
Titolare di un autolavaggio nel quartiere Aurelio dismesso nell’estate dello scorso anno, Heikal, con moglie e figlio residenti in Egitto, scomparve la notte tra il 4 ed il 5 ottobre 2015 dopo aver disdetto il contratto di affitto della stanza che occupava e dopo aver prelevato 1.100 euro dal bancomat. Prima di sparire nel nulla, l’uomo aveva trascorso la serata, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in compagnia di un connazionale. Sia quest’ultimo, sia il figlio di Heikal, sentiti in Procura, non hanno fornito alcun elemento utile per fare luce sul caso. Così come non sono emerse circostanze utili dall’esame dei tabulati telefonici e dall’ispezione della stanza che aveva in locazione.
Il presidente egiziano ha concesso a Repubblica una lunga intervista nella quale promette collaborazione sul caso Regeni. Soprattutto, il presidente Al Sisi, manda un messaggio al governo italiano: questo caso non deve ostacolare i rapporti, commerciali in primis, tra i due Paesi. E’ per rimarcare questo concetto che Al Sisi fa un malizioso riferimento al caso dell’egiziano scomparso. Come a dire: neanche l’Italia è senza macchia nei suoi rapporti con l’Egitto, quindi andiamo avanti nonostante tutto quello che è successo. Ecco cosa ha detto Al Sisi:
“Stiamo fronteggiando una sfida terroristica che ha come obiettivi i luoghi turistici e il confine con la Libia e non abbiamo bisogno di creare divisioni ma di avere un rapporto di unità e sostegno con una nazione amica come l’Italia. Mi permetta però anche di parlare di Adel Moawad Heikal, un egiziano che è scomparso cinque mesi fa in Italia ma di cui non abbiamo mai avuto notizie. Tutti gli sforzi di ricerca non hanno avuto successo. Ma incidenti come questi non possono rovinare la relazione tra i nostri Paesi. I tempi duri mostrano e testano la forza e la durata delle relazioni di amicizia tra i Paesi”.
Il presidente ha assicurato assoluta collaborazione nelle indagini sulla morte di Regeni, avanzando ancora una volta l’ipotesi che a ucciderlo siano stati non meglio identificati “nemici del governo”.