L’Aquila, casa dello studente: il Csm “richiama” il Gup. Processo bloccato?

I resti della Casa dello Studente

L’AQUILA – Il processo per il crollo della Casa dello studente, a l’Aquila, è stato bloccato. Il giudice per l’udienza preliminare (ovvero il Gup), Giuseppe Grieco ha infatti subito un procedimento disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Il procedimento si è concluso con la censura, ossia un richiamo del Csm. Contro Grieco è stato aperto il procedimento a causa dei quesiti che ha posto nella maxi perizia da 1.300 pagine, un documento considerato “cardine” per il processo. Per questo motivo, il 19 maggio in aula il giudice ha dichiarato la sua astensione dal proseguire l’udienza, bloccandola.

Ad inoltrare al Csm la segnalazione è stato l’ormai ex presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio, poi trasferito a Milano, che ha contestato la formulazione dei quesiti di Grieco al perito Maria Gabriella Mulas, docente del Dipartimento Ingegneria strutturale del Politecnico di Milano, che ha risposto nella maxi perizia.

Spetterà invece al presidente vicario della Corte d’Appello, Augusto Pace, decidere sia sulla dichiarazione d’astensione da parte di Grieco sia, soprattutto, sulla conservazione dell’efficacia degli atti processuali prodotti fin qui. Se optasse per la cancellazione, l’udienza preliminare dovrebbe ricominciare con un altro giudice.

Quanto a Grieco, sempre da quanto si è appreso, potrebbe fare ricorso alle sezioni riunite della Corte di Cassazione per impugnare la censura a cui è stato sottoposto. Una mossa che potrebbe far slittare le decisioni del presidente della Corte d’Appello aquilana. In questa intricata situazione, sempre ammesso che l’udienza non venga cancellata, in ogni caso i tempi per la ripresa del processo rischiano di allungarsi notevolmente. Sicuramente si andrà oltre la pausa estiva.

Tra i procedimenti più importanti nel processo post terremoto, ci sono quelli per i crolli di edifici in via Luigi Sturzo (29 vittime), via generale Francesco Rossi (17 morti), via D’Annunzio (13 morti), via XX settembre 79 (9 vittime), oltre al Convitto nazionale (3 morti). Il processo considerato simbolo è, tuttavia, quello alla commissione Grandi rischi, organo scientifico che si è riunito una settimana prima della scossa ed è accusato di aver fornito false rassicurazioni agli aquilani, sottovalutando il rischio che c’era.

Il sito Abruzzoweb ha ricostruito tutta la vicenda giudiziaria della Casa dello Studente: gli indagati sono 11, tra chi realizzò l’opera, chi ne doveva curare la manutenzione e alcuni esponenti, vecchi e nuovi, dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) dell’Aquila, che la gestiva.

Le accuse sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Gli indagati sono Claudio Botta, Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Carlo Giovani, Bernardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente e Luca D’Innocenzo.

A febbraio di quest’anno il gup Grieco ha stralciato la posizione di Claudio Botta, 92 anni, progettista e direttore dei lavori nell’edificio costruito nel 1965.

Inoltre, otto indagati hanno ottenuto il rito abbreviato, che prevede, in caso di condanna, uno sconto di un terzo della pena.

Sotto le macerie rimasero uccisi otto giovani: Marco Alviani, Lucia Pia Capuano, Davide Centofanti, Angela Antonia Cruciano, Alessio Di Simone, Francesco Maria Esposito,Hussein Hamade detto “Michelone” e Luca Lunari.

Altri studenti si salvarono, ma c’è chi rimase sotto le macerie per una intera giornata riportando traumi fisici e soprattutto psicologici che non sarà facile superare. Oltre 50 le parti civili che si sono costituite.

Nel settembre 2010 la VII sezione penale della Corte di Cassazione ha bocciato, giudicandola inammissibile, due istanze di rimessione ad altro giudice del processo presentate dai legali degli indagati Botta e Sebastiani.Gli indagati sono 11, tra chi realizzò l’opera, chi ne doveva curare la manutenzione e alcuni esponenti, vecchi e nuovi, dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) dell’Aquila, che la gestiva.

Le accuse sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Gli indagati sono Claudio Botta, Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Carlo Giovani, Bernardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente e Luca D’Innocenzo.

A febbraio di quest’anno il gup Grieco ha stralciato la posizione di Claudio Botta, 92 anni, progettista e direttore dei lavori nell’edificio costruito nel 1965.

Inoltre, otto indagati hanno ottenuto il rito abbreviato, che prevede, in caso di condanna, uno sconto di un terzo della pena.

Sotto le macerie rimasero uccisi otto giovani: Marco Alviani, Lucia Pia Capuano, Davide Centofanti, Angela Antonia Cruciano, Alessio Di Simone, Francesco Maria Esposito,Hussein Hamade detto “Michelone” e Luca Lunari.

Altri studenti si salvarono, ma c’è chi rimase sotto le macerie per una intera giornata riportando traumi fisici e soprattutto psicologici che non sarà facile superare. Oltre 50 le parti civili che si sono costituite.

Nel settembre 2010 la VII sezione penale della Corte di Cassazione ha bocciato, giudicandola inammissibile, due istanze di rimessione ad altro giudice del processo presentate dai legali degli indagati Botta e Sebastiani.

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Emiliano Condò