VALLO DELLA LUCANIA (SALERNO) – Troppo alto quel tasso del 35% pagato per un prestito per la sua impresa a fronte di un tasso medio che, secondo la legge, doveva fermarsi intorno al 14,753 per cento. Così alto che, quando ha fatto i conti sulle carte che gli aveva inviato la “sua” banca, la filiale di Agropoli (Salerno) del Monte Paschi di Siena, non ha avuto dubbi e ha portato tutto alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (Salerno).
Oggi 11 giugno, per l’ex presidente del Mps Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni è arrivato il rinvio a giudizio per il reato di usura bancaria. A deciderlo è stato il gip del Tribunale di Vallo della Lucania, Valeria Campanile, su richiesta del pm Alfredo Greco che, per mesi ha ricostruito i meccanismi di formazione di quei tassi, i Teg (tassi effettivi globali) che così tanto si discostavano dai tassi medi previsti dalla legge e che sono al centro anche dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Trani che ha fatto notificare 62 avvisi di conclusione delle indagini a vertici di banche e finanziarie
. In Campania Mussari e Vigni sono finiti nell’inchiesta perché, in qualità di presidente e direttore generale – stando all’accusa – avrebbero autorizzato interessi usurari ai danni del cliente della banca. A pagare tassi usurari – a parere suo e della stessa Procura – fra il 2006 e il 2008 è stato un imprenditore di Agropoli che aveva acceso un prestito per far fronte alle esigenze della sua impresa. Non è la prima volta che Mussari finisce nel mirino dei magistrati salernitani. Il nome dell’ex numero uno del Monte dei Paschi di Siena è infatti emerso anche durante le indagini relative al crac del pastificio Amato. In particolare sarebbe emersa la presenza di un finanziamento di circa 20 milioni di euro messi a disposizione di una società immobiliare del gruppo Amato da parte di alcune banche, tra le quali il Monte Paschi, per la riqualificazione di uno dei stabilimenti del gruppo Amato destinato a diventare centro direzionale e residenziale..