L’ultima, in ordine di tempo non di importanza, che emerge dalle carte delle indagini che hanno coinvolto, tra gli altri, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso riguarda l’organizzazione di “una cosa megagalattica a base di sesso”. Lo ha scritto il giudice per le indagini preliminari Rosario Lupo nell’ordinanza di custodia cautelare ai danni degli altri indagati, Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovampaola e Diego Anemone, l’imprenditore accusato di aver corrotto i funzionari.
“Il tenore delle conversazioni intercettate – spiega Lupo a proposito degli incontri “galanti” del capo della Protezione Civile – non pare consentire interpretazioni diverse da quella che trattasi di prestazioni sessuali di cui il Bertolaso dovrebbe usufruire presso il centro benessere riconducibile all’Anemone”.
Ma oltre al sesso nelle carte dell’accusa c’è ben altro. L’impianto è semplice: Anemone, in cambio di appalti per grandi opere relative soprattutto ai Mondiali di Nuoto a Roma lo scorso anno, al G8 della Maddalena (spostato a L’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile) e alle celebrazioni a venire per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia (2011), elargiva favore di tutti i tipi: ad esempio ristrutturazioni gratuite di immobili intestati agli uomini del Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività presso la presidenza del Consiglio coinvolti nell’inchiesta.
Gli “omaggi” di Anemone. L’elenco di regalie ad Angelo Balducci stilato dagli investigatori è lungo e dettagliato: utilizzo di due utenze di cellulari, personale di servizio in una sua abitazione di Montepulciano, uso di un’autovettura Bmw serie 5 e di una Fiat 500 per Rossana Thau (moglie di Balducci), assunzione del figlio Filippo e della sua compagna Elena Petronela Buchila, automobile di marca Bmw e del valore di oltre 70 mila euro per Filippo Balducci, ristrutturazione dell’appartamento dello stesso con tanto di fornitura di materiali in legno e per l’arredo, viaggi a bordo di aerei privati, e soggiorni presso l’hotel Pellicano di Porto Santo Stefano.
I favori elargiti a Fabio De Santis, sempre secondo gli investigatori, riguardano più prestazioni sessuali pagate, utilizzo di un’utenza telefonica cellulare, fornitura di mobili per una sua abitazione privata e affidamento di lavori pubblici in subappalto a Marco De Santis.
Mauro Della Giovampaola, invece, avrebbe beneficiato di diverse prestazioni sessuali , di “messa a disposizione” di tre autovetture di marca Bmw, e fornitura di mobili per una sua abitazione privata.
Le donne di Bertolaso. Per Bertolaso, invece, la ricostruzione è più complessa. Non ci sono prove di un passaggio di denaro tra Anemone e il capo della Protezione Civile ma il gip, a proposito della sua iscrizione nel registro degli indagati, parla comunque di “fondamento probatorio evidente”.
La chiave della contraddizione è nelle intercettazioni telefoniche in cui si parla di Bertolaso o è lo stesso capo della Protezione Civile a parlare in prima persona. Di certo Bertolaso e Anemone si vedono spesso e il gip scrive: “E’ fondato supporre” che almeno alcuni degli incontri “siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a Bertolaso”. C’è una circostanza, in particolare, a destare sospetti: il 23 settembre 2008 Anemone deve incontrare Bertolaso e trascorre la sua giornata a cercare 50.000 euro in contanti.
I favori sessuali, invece, secondo Lupo sono documentati in modo inequivocabile dalle intercettazioni. Non c’è solo la “festa megagalattica”. Al contrario ci sono almeno tre telefonate dai contenuti molto eloquenti. Il 21 novembre 2008 Bertolaso parla con Simone Rossetti , uomo vicino ad Anemone: “Sono Guido, buongiorno… Sono atterrato in quest’istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse… io verrei volentieri… una ripassata”. “Perfetto”. “Perché so che è sempre molto occupata… siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d’ora”. E l’appuntamento alla fine viene preso per le 16 dello stesso giorno.
Una seconda prestazione sessuale è del 14 dicembre 2008 e ha luogo nel centro sportivo romano nei pressi della Salaria che è riconducibile ad Anemone ed ha vinto la parte più cospicua e significativa degli appalti per i Mondiali di nuoto 2009. Per il gip: “Tale prestazione è comprovata da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village”.
Passano un paio di mesi e il 17 febbraio 2009, Bertolaso è ancora allo Sport Village, per “fare terapia con Francesca”, e “riprendermi un pochettino”, “per uno dei soliti massaggi”. Anemone lo aspetta fuori e al telefono si lamenta con Rossetti perché il capo della Protezione civile tarda a uscire: “Mannaggia – sbotta – sto a morì de freddo”. Nelle carte del gip si legge che il centro benessere del Salaria Sport Village, almeno in un’occasione, è stato “all’uopo chiuso al pubblico”.
Anemone delle donne di Bertolaso parla anche con De Santis e spiega che il capo della Protezione Civile chiede, per i suoi incontri, solo professioniste di un certo livello e non “stelline del cazzo”.
Terremoto e ricostruzione. Anche la ricostruzione dell’Abruzzo finisce nell’inchiesta. La terra trema il 6 aprile. Il telefono di Balducci squilla 5 giorni dopo. Dall’altra parte del filo c’è Anemone ansioso di entrare nel business delle nuove case dell’Aquila. Balducci ha già messo l’imprenditore in corsia preferenziale e glielo fa notare: “Ti rendi conto? Chi oggi al posto mio si sarebbe mosso?”. Una premura che, però, ha un piccolo costo: “Tra qualche giorno – dice Balducci a Anemone – mio figlio Filippo compie 30 anni e io come padre mi chiedo: cosa ho fatto per lui fino ad oggi? Un cazzo”. Passa qualche giorno e Filippo trova lavoro.
Ma non basta. Il sei aprile, quando i soccorsi si erano appena messi in moto, due imprenditori, Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi sono in ansia per capire come si muoverà Balducci sugli appalti: “Alla Ferratella – incalza Piscicelli – occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno”. “Lo so” risponde ridendo Gagliardi. “Per carità, poveracci” ammorbidisce Piscitelli. “Va buò”. “Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”.