Per la prima volta e proprio in Italia, ciò che sembrava impossibile si è mostrato agli occhi degli scienziati che da mesi lavorano al progetto per la ricerca della particella di materia più piccola del mondo, il “geoneutrino”, proveniente direttamente dal centro del nostro pianeta. La ricerca, denominata “borexino” e pubblicata dal sito scientifico online arXiv.org, è stata condotta nel Laboratorio sotterraneo del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e costituisce un primato assolutamente tutto italiano.
Per il professor Gianpaolo Bellini, che ha guidato la ricerca,«questa scoperta apre una nuova era nello studio dei meccanismi che governano l’interno della Terra». Studiare la conformazione del nostro pianeta permetterà infatti di avere informazioni utili per continuare a monitorare e cercare di prevenire i rischi legati a movimenti della crosta terrestre, causa di eruzioni vulcaniche e terremoti.
Inoltre, grazie a tale studio viene smentita la teoria secondo cui al centro della Terra vi sarebbe un enorme reattore nucleare che da solo scalda il pianeta. I geoneutrini ci dicono infatti che a migliaia di chilometri sotto la crosta terrestre, degli elementi radioattivi come l’uranio producono quel calore che muove i continenti, scioglie le rocce e le trasforma in magma e lava per i vulcani. Tramite i geoneutrini, gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno finalmente la prova che questa radioattività è una delle principali fonti di energia del pianeta, anche se probabilmente non l’unico combustibile della fucina che produce i miliardi di watt che scaldano la Terra.
Le tecnologie utilizzate durante lo studio sono state prodotte e sviluppate proprio all’interno del centro di ricerca abruzzese, permettendo il primato mondiale del gruppo di studio composto da scienziati e studiosi tutti italiani.
*Scuola di Giornalismo Luiss
