Pietro Grasso lancia l’allarme e chiede undecreto legge per impedire la scarcerazione di numerosi capi mafia. «Centinaia di mafiosi in Italia – ha detto il procuratore nazionale antimafia – dovranno essere giudicati un’altra volta e se le cose resteranno così bisognerà praticamente rinnovare tutta l’attività dibattimentale fino adesso compiuta» con «il rischio inevitabile di molte scarcerazioni» di boss mafiosi.
Grasso spiega in questi termini, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, le conseguenza della sentenza della Cassazione che ha attribuito alla Corte di Assise la competenza nella trattazione di processi a carico di capi e promotori di associazione mafiosa pluriaggravata.
Ora, spiega Grasso «è necessario e urgentissimo – afferma Grasso – un intervento, anche con decreto legge, per evitare queste conseguenze. Ci vuole una norma transitoria che blocchi la situazione, che si applichi a bocce ferme per intervenire anche sul passato, sui processi già fatti».
Il procuratore nazionale spiega inoltre che «tutto quello che sta accadendo è la conseguenza della Cirielli e non delle norme contenute nel pacchetto sicurezza» di cui «per cinque anni non s’è accorto nessuno: nè magistrati, nè avvocati e nemmeno noi della procura antimfia». «C’è un disegno di legge delega presentato dal ministro Angelino Alfano – fa sapere poi Grasso – per far arrivare i reati più gravi di competenza delle procure antimafia davanti ai giudici popolari». «Non va bene – osserva il procuratore -: solo un togato ha la competenza necessaria».