
Graziano Mesina arrestato in Sardegna: era latitante da luglio 2020, si nascondeva in casa di una coppia a Desulo
Arrestato nella notte Graziano Mesina, pericolosissimo latitante dal luglio 2020. Noto anche come Grazianeddu è stato il più famoso esponente del banditismo sardo.
I Carabinieri del Ros, in collaborazione con quelli del Gis, del Comando provinciale di Nuoro e dello Squadrone eliportato carabinieri cacciatori Sardegna, lo hanno rintracciato e arrestato nel corso della notte a Desulo (Nuoro). Non era armato e non ha opposto resistenza.
Ora si trova ora nella caserma di Nuoro e – secondo quanto riferiscono all’Ansa i suoi legali – lo starebbero trasferendo nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros. L’ex latitante è difeso dalle avvocate Beatrice Goddi e Maria Lusia Vernier che si stanno recando in carcere.
Graziano Mesina, la cattura
L’ex primula rossa del banditismo sardo è stato rintracciato nell’abitazione di una coppia, a Desulo. Il 3 luglio del 2020 era fuggito dalla sua abitazione di Orgosolo prima di dover tornare in carcere per scontare in via definitiva 30 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Aveva già trascorso 40 anni in carcere prima di ottenere la grazia, revocata dopo la nuova condanna definitiva.
Non si sa bene da quanto tempo Mesina fosse ospitato in quella casa dove lo hanno bloccato i carabinieri in piena notte. Nei confronti dei due, indagati per favoreggiamento, potrebbero scattare provvedimenti.
Da latitante Mesina ha compiuto 79 anni e ha subìto la perdita di due sorelle, Antonia e Rosa, e di un nipote, Giancarlo Pisanu, per il Covid.
Chi è Grazianeddu
Graziano Mesina è conosciuto per le sue rocambolesche evasioni e per il ruolo di mediatore in un rapimento famoso, quello del piccolo Farouk Kassam. Graziano Mesina è il più conosciuto bandito sardo, inserito anche nella lista dei latitanti più pericolosi varie volte, l’ultima dopo la sua fuga nel luglio 2020.
Sulla sua testa sono state anche poste taglie milionarie. Penultimo di undici figli di un pastore di Orgosolo, Grazianeddu fu arrestato la prima volta a 14 anni, nel 1956, per porto d’armi abusivo dato che aveva un fucile rubato.
Quattro anni dopo un altro arresto, per aver sparato in strada, e la prima delle sue dieci evasioni riuscite: comprese quelle tentate, sono sinora ventidue.
Il primo reato grave, un tentato omicidio, è del dicembre sempre del 1960; la vittima è lo zio di un uomo che, per la famiglia Mesina, ha tentato di incastrare i fratelli di Graziano in un omicidio. Una faida tra famiglie lo portò sul banco degli imputati come esecutore di un omicidio, quello di Andrea Muscau, nel bar “Cavanedda”, a Orgosolo.
L’anno prima sarebbe stato sempre Mesina a ferire Luigi Mereu, altro avversario in una storia di sequestri e delazioni. Gli costarono tra le condanne più pesanti della sua lunga storia giudiziaria. Anche perché alla fine, con altre sentenze e ulteriori anni di reclusione, i giudici lo condannarono all’ergastolo.
Graziano Mesina, le evasioni e le fughe d’amore
La seconda fuga risale al maggio del 1962, quando durante un trasferimento dal penitenziario di Sassari Grazianeddu si lanciò da un treno in corsa. La libertà durò poco: Mesina fu stato catturato dopo un lungo inseguimento. Dello stesso anno è la terza evasione, questa volta dall’ospedale di Nuoro dov’era ricoverato. Per sfuggire alla cattura Mesina era rimasto nascosto due giorni e due notti in un grosso tubo nel cortile del presidio.
La quarta volta Grazianeddu evase dal carcere di San Sebastiano di Sassari: assieme all’ex legionario spagnolo Miguel Atienza, si era lasciato cadere dal muro di cinta del carcere. Era il 1966: si disse che avesse indosso un abito da prete, per mischiarsi tra la gente della città e poi riguadagnare i monti della sua Orgosolo. Tanto che nel paese in quei giorni finirono nel mirino delle forze dell’ordine quattro sacerdoti, che una sera passeggiavano per l’abitato, vestiti con la tonaca scura, ignari di quanto stesse succedendo. Da allora Mesina rimase alla macchia fino al 20 marzo del 1968 quando fu catturato a un posto di blocco da una pattuglia della polizia stradale vicino a Orgosolo.
A lui è stata attribuita una lunga serie di sequestri di persona: Capelli, Campus, Petretto, Canetto, Papandrea, negli anni ’60, e altri in quelli successivi. Condannato all’ergastolo per cumulo di pene, Mesina ha passato in carcere gran parte della sua vita, nonostante le tante evasioni.
Nel 1985 si allontanò dal carcere per una fuga d’amore ma è stato rintracciato e catturato. Le sue evasioni e la sua latitanza divennero mitiche in Sardegna e si racconta che spesso tornasse a Orgosolo per incontri con donne innamorate di lui.
Graziano Mesina, il sequestro di Farouk Kassam
Dopo un periodo di relativo silenzio, Mesina tornò alla ribalta nel 1992 quando rientrò in Sardegna per occuparsi del sequestro di Farouk Kassam.
La vicenda suscitò polemiche sul ruolo di Mesina nella liberazione del bambino. L’anno successivo Grazianeddu fu rinchiuso definitivamente in carcere dopo che furono ritrovate alcune armi in un cascinale di San Marzanotto d’Asti, dove viveva.
