Se il ristoratore nota qualcosa di sospetto sull’identità del possessore del Green Pass, può chiedergli di esibire il documento per fare una verifica. Inoltre, in caso di Green Pass falsi o non corrispondenti alla persona presente al ristorante, la multa la pagherà solo il cliente, lasciano quindi in pace le casse del locale. Il locale invece potrebbe passare i guai se c’è qualche cliente senza Green Pass all’interno, questo vuol dire che non sono stati fatti i controlli oppure che si è chiuso un occhio. Questi i punti salienti della tanto attesa circolare del ministero dell’Interno.
Green Pass sospetti, documento e ristoratori controllori a discrezione
Le verifiche saranno svolte quindi anche dagli esercenti ( ma sarà “discrezionale”), che potranno chiedere l’esibizione di un documento di identità (quindi accedere a una “seconda fase” della verifica, che non sarà sempre necessaria) oltre all’utilizzo della app che scannerizza il Qr Code del certificato. “Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”, si legge nel documento del ministero. Inoltre “l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità”.
Resta fermo il punto secondo cui le multe, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l’identità del possessore, “la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente”. Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass.
Il Green Pass nelle città italiane
Nelle principali città il passaporto verde intanto circola da giorni, sottoposto agli scanner della app ‘Verifica C-19’. A Milano il giudizio di baristi e ristoratori sull’obbligo resta sospeso. Nella città semivuota di metà agosto, complici anche le temperature estive, sono infatti pochi i clienti che chiedono di pranzare o consumare seduti all’interno. Per questo la valutazione sulla misura viene rimandata a settembre. “Io non chiedo i documenti, chiedo il pass e per ora nessuno ha fatto storie – spiegano in zona stazione Centrale -. La gente lo mostra tranquillamente non c’è nessun problema, tutto si è svolto molto bene anche con gli stranieri. Sicuramente in presenza di tanti clienti la situazione non sarebbe scorrevole”.
Anche a Roma “sono poche le persone che vogliono consumare all’interno. Finora non abbiamo avuto problemi”, riferiscono alcuni ristoratori in zona Colosseo. Nella Capitale in centro il pass è richiesto un po’ ovunque. Precisano alcuni gestori, “finora non ci sono stati particolari problemi e resistenza da parte dei clienti”.