“Vergognatevi siete tutti mafiosi” con queste urla un gruppo di quasi cento manifestanti “No Gronda” hanno assaltato le auto di servizio sulle quali viaggiavano il governatore ligure Claudio Burlando e il presidente della Provincia Alessandro Repetto. La rabbia dei manifestanti mira a modificare i progetti relativi al faraonico progetto infrastrutturale “Gronda” che implicherebbe l’esproprio di molte case nei tratti interessati dai lavori. Si tratta del progetto, ipotizzato sin dagli anni ‘60, per decongestionare il traffico del nodo autostradale genovese e che verte sulla realizzazione di due opere principali. Una gronda di Ponente e una gronda di Levante che permettano un miglior raccordo tra le autostrade esistenti, i centri cittadini dell’entroterra ligure e la città di Genova.
I cittadini liguri da anni aspettano che la politica dia un chiaro segnale per far partire i lavori. Ma nel 2010, dopo tanti progetti, incontri e annunci è ancora tutto fermo. A complicare le cose ci sono le elezioni per il rinnovo del consiglio Regionale Ligure. Il Pdl è fermo e compatto nell’idea di realizzare quest’opera. Claudio Scajola, ministro dello sviluppo economico e plenipotenziario del Pdl in liguria avverte “La Gronda si farà, o con Burlando o con il suo successore”. Il Pd invece viaggia in ordine sparso. Il sindaco di Genova Marta Vincenti è stata uno degli sponsor più incisivi per portare a termine il progetto. Proprio per questo, nel corso del 2008 ha istituito il “debàt public” per riuscire a definire, insieme con gli abitanti delle zone interessate, il percorso ottimale per l’opera. Il “debàt” si è concluso verso la fine del 2009, dopo che si è scelta una “mediazione” tra alcuni dei tracciati proposti. Ora serve la firma del protocollo finale (tra Comune, Autostrade, Anas, Regione, Autorità Portuale) con cui può partire il lavoro di progettazione. Ma Burlando si rifiuta di firmare l’accordo: “Il vincolo ricevuto da consiglio regionale e giunta – ha spiegato Burlando – mi impedisce di apporre la firma su questo protocollo, che aggiungerò, quando anche l’altro, quello sulla val Fontanabuona sarà firmato». Burlando non ha firmato perché non è stato incluso il protocollo d’intesa per la progettazione e la realizzazione del tunnel al servizio della val Fontanabuona, nel levante genovese.
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