Grosseto: il picchiatore resta in cella perchè “è lucido e spietato”. Ancora gravi i due carabinieri

GROSSETO –  L’arrestato di 19 anni, Matteo Gorelli, nella cella numero due, al primo piano della casa circondariale di via Saffi, centro storico di Grosseto, ha incontrato l’avvocato d’ufficio Francesco Giambrone e ha pianto. E’ accusato di tentato omicidio insieme a altri tre ragazzi, per aver pestato a sangue 2 carabinieri dopo un rave party, nel grossetano.“Come stanno i carabinieri? Ditemi come stanno, vi prego”, ha domandato. E quando il legale gli ha chiesto il numero di cellulare della mamma, ha avuto una reazione strana. “No, non voglio che sappia che cosa è successo. Parli con il mio babbo”, ha sussurrato in lacrime.

Nell’ordinanza di convalida dell’arresto il gip ha scritto che il ragazzo ha compiuto un gesto di “ferocia inaudita, con spietatezza e lucidità” ed è dunque un soggetto di “altissima pericolosità”. Dopo un giorno in isolamento, Gorelli è stato trasferito in una cella di sei metri quadrati con altri tre detenuti.

Nessuno gli ha detto ancora che suo padre, per ora, non vuole vederlo. “Mi vergogno di incontrare mio figlio – dice il padre di Matteo – Perché se è vero quello che mi hanno detto e che ho letto sui giornali che cosa gli posso dire a questo figlio? Come faccio a guardarlo negli occhi? Qui ci sono due ragazzi perbene, eroi, i carabinieri, che lavorano sulla strada, come me. E qualcuno li ha colpiti come carne da macello. Prima di vedere Matteo voglio andare a chiedere perdono ai militari e alle loro famiglie. Lui ora deve stare in carcere”.

La mamma di Matteo, Irene Sisi, invece difende suo figlio come può: “Non va in giro ad accoppare la gente – dice – però se è vero che ha fatto quel che ha fatto… Voglio parlarci, voglio sentire lui”. La droga in auto? “Non lo so, siamo una famiglia di impiegati non di spacciatori”. E l’alcol? “Sabato sera eravamo a cena e lui ha rifiutato anche la birra che gli offriva mio fratello: “Lascia perdere, zio, devo guidare” gli ha risposto”.

Le condizioni di Antonio Santarelli e Domenico Marini, i due carabinieri pestati, presi a calci e pugni da quattro giovani sono gravi ma stabili. Santarelli è ancora sotto osservazione in coma farmacologico, Marini invece rischia di perdere l’uso dell’occhio destro. I due hanno inoltra riportato vari traumi in tutto il corpo. Santarelli è stato operato con urgenza alla testa con l’obiettivo di ridurre l’ampio ematoma. L’operazione, condotta dal professor Giuseppe Oliveri in Neurochirurgia, è durata un paio di ore.

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Alessandro Avico