Tiene in mano un orso di peluche bianco che abbraccia un grande cuore rosa, Padre Vasyl Hushuvatyy, cappellano della comunità cattolica ucraina di rito bizantino a Perugia. A consegnarglielo qualche giorno fa, accompagnata dalla madre, è stata Teresa, una bambina di Perugia che lo ha pregato di consegnarlo ai bambini della guerra in Ucraina. Insieme all’orso una lettera, scritta in un foglio a quadretti strappato in un quaderno di scuola e dove compare un piccolo cuore blu e giallo, i colori della bandiera ucraina.
Guerra in Ucraina, la lettera della bambina di Perugia
“Ciao bambini – scrive Teresa nella sua letterina di amore e di pace – io non so chi siete voi ma volevo regalarvi questo pupazzo da stringere forte forte quando avrete paura. Così saprete che anche se non sono lì con voi e non vi posso abbracciare io vi sono molto vicina. Spero che questo pupazzo vi sarà utile. Teresa”.
Padre Vasyl Hushuvatyy da giorni, dalle nove di mattina fino la sera a mezzanotte, sta raccogliendo medicinali, farmaci, beni di prima necessità, capi di abbigliamento, coperte. Beni da consegnare nel Paese devastato dalla guerra. Decine e decine di scatoloni sono ammassati nella chiesa Madonna delle Grazie di Via Caprera, a Perugia. Molti già consegnati, altri sono pronti per essere caricati nei furgoni che fanno avanti e indietro dall’Italia a Leopoli. Dove poi sono costretti a fermarsi perché il materiale raccolto, per raggiungere Kiev, deve essere caricato in un treno. I furgoni nella capitale della guerra infatti non possono arrivare.
Il racconto del parroco
“Le notizie che ci arrivano sono molto brutte ancora più brutte di quello che vediamo noi al telegiornale – ha proseguito Padre Vasyl Hushuvatyy – . Scappano tantissime mamme con i bambini. A Perugia ne sono già arrivate una cinquantina: donne incinte, donne con bambini piccoli di sette mesi, un anno, due. Stiamo cercando ora di dare loro un alloggio, una casa, attraverso la collaborazione con la Caritas Diocesana, il Comune e la Prefettura di Perugia. In Ucraina sono centinaia e centinaia le persone in ospedale. Tantissimi bambini sono morti. Lunedì una famiglia, la mamma e il papà con due bambini, stava scappando da Kiev verso Leopoli, alla ricerca di un posto sicuro, tranquillo. Il papà si è fermato un attimo a comprare un pezzo di pane e quando è tornato non ha trovato più i suoi bambini vivi perché erano stati uccisi. Cosa posso dire di più”.