Lo “zio” Danilo, il guru della setta Maya, abusava di loro per modificare il karma negativo. Le piccole vittime si fidavano, erano sottomesse, così come le loro madri. Danilo Speranza, detto il “Settimo Saggio” è stato arrestato a Roma, ma per due anni, dal 2006 al 2008 ha usato il suo potere di finto educatore per palpare e violentare delle ragazzine di 11 e 12 anni. Le assoggettava psicologicamente, le picchiava davanti alle madri, ha estorto denaro ai suoi adepti. Nella sede della setta sono stati sequestrati beni per 800 mila euro: un patrimonio in francobolli, tele del figlio di Dalì, parti di ricambio di elicotteri militari.
Dal carcere però respinge le accuse attraverso il suo avvocato Dario Masini: «Non ho violentato nessuna ragazzina, da anni soffro di una grave forma di diabete che mi ha portato all’impotenza».
«Mi toccava il seno, io rimanevo paralizzata, non capendo cosa stava accadendo. Lui mi diceva di stare tranquilla perché lui era il mio padrone e non mi avrebbe fatto del male anzi mi avrebbe fatto stare bene», ha raccontato una delle vittime che ora ha diciassette anni, mentre l’altra ne ha sedici. Il “guru” cominciava a toccarle già in macchina, mentre le portava a Mazzano, in provincia di Roma.
«Io tentavo di sottrarmi, ma ero bloccata dal suo peso non riuscivo a profferire parola», dice la bimba agli investigatori. Poi, racconta ancora «ho pianto chiusa nella mia stanza». L’altra amica, figlia di un’immigrata, veniva invece ricattata: «Se non vieni da me stanotte – le diceva Speranza – tua madre, che è impazzita, ti riporta in Africa».
«La seconda volta che sono entrata nella sua stanza, una sera di fine agosto del 2006, avevo 11 anni -racconta-. Ero spaventata e irrigidita e lui si è arrabbiato perché diceva che dovevo stare tranquilla, dicendomi che lo stava facendo per me».
Per non farla reagire Speranza ripeteva: «continua così, aspettiamo un po’ di tempo e vedrai che per te sarà una cosa normale».
Una volta è stata anche presa a schiaffi davanti a sua madre perché aveva avuto «un’esperienza sessuale con un coetaneo» e per rimediare ha dovuto sottoporsi all’«esperimento unico» per modificare il suo «karma». Anche la madre, una marocchina, ha avuto rapporti con Speranza nella sua casa «vicino alla Centrale del Latte». Il guru, vedendosi inizialmente rifiutato, le aveva detto: «Se non cedi, resterai per sempre araba».
Le due ragazze si sono confidate a vicenda e hanno scoperto di essere state entrambe alle dipendenze sessuali del santone: «Avevo cominciato a sospettare ciò durante le vacanze, perché sul pigiama che la mia amica indossava al mare sentivo l’odore tipico di Danilo, facilmente riconoscibile e a me sgradito, in quanto non lavandosi quasi mai e usando anche profumi intensi di erboristeria, è particolarmente forte», racconta una.
Il guru però intimava a entrambe di tacere oppure «le avrebbe cancellate dall’universo». Poi però le ragazze hanno raccontato tutto e Speranza ha provato a far ritirare la denuncia, ma le vittime lo hanno incastrato con un registratore: «La storia è andata avanti tre anni —diceva il guru —ma il karma non esiste in questa cultura: se stavamo in India allora poteva pure essere che c’era un discorso che se poteva fa’, anche perché lì le ragazze se sposano appena te vengono le mestruazioni, purtroppo siamo in Italia e devi arriva’ a 18 anni».