«Per noi Alberto rimane l’assassino può scordarsi un riavvicinamento». I genitori di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, in una intervista al Corriere della Sera confermano che non hanno intenzione di ricorrere in appello per poi stringere la mano ad Alberto, assolto per inssuficenza di prove lo scorso dicembre, ma per loro comunque assassino della figlia.
Giuseppe Poggi, infatti, chiarisce: «Per noi la sentenza di assoluzione e le motivazioni non hanno cambiato nulla. Noi non abbiamo assolto Alberto anche se c’è chi tenta di far passare un messaggio diverso». Il padre di Chiara si riferisce alle parole che insieme alla moglie pronunciò appena dopo il ritrovamento del corpo della figlia «per me non è stato lui, è innocente». Disse, ma da quell’agosto del 2007, sono passati quasi tre anni e oggi, ribadisce, « su Alberto noi non la pensiamo più così da tempo. È stato un percorso travagliato, difficilissimo, graduale. Fra quelle parole e oggi c’è un abisso e noi ora siamo convinti del contrario».
Riferendosi invece alla prima intervista televisiva di Alberto, il 6 aprile su Matrix, la madre della vittima, Rita, ricorda: «Diceva qualcosa tipo “adesso che le cose si sono chiarite”. Non è così. Sbagliato. Non si è chiarito niente». Per questo, Giuseppe risponde ad Alberto che nell’intervista tivù diceva di sperare in un riavvicinamento con la famiglia di Chiara, «non ci sarà nessun riavvicinamento—taglia corto —. Lo escludo nel modo più assoluto. Perciò, per favore, meglio dimenticare questa strada e non cercarci più».
I Poggi sanno che il «caso Garlasco» sarà ancora lungo. Che dovranno affrontare il processo d’appello perciò, prosegue Giuseppe «le due cose non possono stare assieme, è evidente. Non si può ricorrere in appello e nel frattempo stringere la mano al ragazzo accusato di aver ucciso tua figlia». Ciò che fa più male ai genitori di Chiara è Alberto che in questi due anni e otto mesi non ha mai ricordato la figlia morta, quella stessa figlia che fu affidata a lui quando i genitori erano in vacanza: «A un certo punto gli è stato chiesto quale fosse stato per lui il momento peggiore – il padre di Chiara ripercorre una parte dell’intervista a Matrix – Mi sarei aspettato che parlasse di quando ha trovato sulle scale la mia ragazza, qui e invece ha parlato si sé. Ha detto che il momento peggiore è stato quando l’hanno portato in carcere. Lui è qui a raccontarci quel momento. Chiara non c’è più». Rileggendo anche le intercettazioni, le chat, le lettere, gli sms, tutta documentazione del processo, Giuseppe non ha mai notato da parte di Alberto «un pensiero o un ricordo di Chiara, nemmeno quando parla con i suoi amici. Non ho letto una sua frase in difesa di Chiara quando è stato gettato fango su di lei».
La sentenza in primo grado non cancellerà il dolore della perdita di una figlia: «Non ci fermeremo mai. La giustizia prima o poi arriverà».