I nonni italiani assistono 4 milioni di bimbi ma in 16.000 ogni anno sono estromessi dalla vita dei nipoti causa rottura del rapporto tra i genitori.
E’ la denuncia presentata dall’Associazione matrimonialisti italiani (Ami), secondo la quale in Italia dal 1995 si è registrato un fenomeno particolarmente significativo: un elevato numero di bambini (0-13 anni) è stato sistematicamente affidato, per gran parte della giornata e nei fine settimana, ai nonni.
L’Ami ha calcolato che circa 4 milioni di bambini (pari a circa il 64% della popolazione minorile) vivano gran parte della propria infanzia con i nonni sitter. “Il fenomeno dimostra il ruolo sociale imprescindibile svolto dai nonni nel nostro Paese. Fenomeno e incidenza dello stesso non trovano eguali in Europa.
Si può quindi affermare che la spina dorsale della società italiana è caratterizzata dalle persone della terza età che provvedono ad assistere i nipoti e in moltissimi casi anche i figli quarantenni quando questi ultimi non dispongono di adeguati mezzi di sostentamento o fanno ritorno presso i genitori in caso di separazione”.
“I nonni italiani – afferma il presidente nazionale Ami, Gian Ettore Gassani – osservano soltanto doveri morali e giuridici atteso che il 5% di essi provvede direttamente al mantenimento dei nipoti, allorché non vi provvedano i genitori, così come sancito dall’articolo 148 del Codice Civile. Aumentano, pertanto, i casi di nonni trascinati in giudizio affinché vengano costretti a mantenere i nipoti.
A questi citati doveri non corrispondono, invece, altrettanti diritti: il Legislatore non ha infatti attribuito ai nonni il diritto autonomo di chiedere al Giudice di vedere e stare con i nipoti allorquando vi sia il rifiuto ingiustificato dei genitori”.
Gassani spiega: “Capita molto spesso che in caso di separazione (in media 80.000 ogni anno) o divorzio (in media 50.000 all’anno) i primi a pagare siano proprio i nonni ai quali, per vendetta o ripicca, viene improvvisamente impedito di mantenere vivi i rapporti con i nipotini; gli stessi che, magari, fino a qualche tempo prima avevano contribuito a crescere ed educare”.
La Legge 54/2006, che ha introdotto l’istituto dell’affidamento condiviso, ha genericamente sancito il diritto del minore a mantenere rapporti significativi con gli ascendenti entro il quarto grado (tra cui i nonni), ma nessuna legge ha mai sancito il diritto dei nonni a rivendicare il proprio ruolo, in sede giudiziale, nella vita dei nipotini.
Secondo Gassani serve una “norma che contempli il diritto soggettivo pieno dei nonni di poter sempre e comunque mantenere rapporti con i nipoti indipendentemente dalle volontà dei genitori di questi ultimi. Tutto ciò al fine di evitare odiose vendette nei confronti di anziani, attualmente indifesi, ai quali la legge e la società attribuiscono soltanto doveri e oneri di ogni sorta”.