Tanta paura per i passeggeri del treno intercity 704 (Napoli-Venezia). Lunedì scorso alle 12 infatti il convoglio era fermo sulla direttissima Roma-Firenze nella galleria in prossimità di Orvieto quando all’improvviso, a causa del colpo di pressione causato da un treno Eurostar Alta velocità che procedeva in senso opposto, si sono spalancate quattro porte, risucchiando sul binario il carrello bar in servizio a bordo.
Un bello spavento ma anche tanta preoccupazione perchè non è la prima volta che le porte di un treno si aprono in piena corsa. Preoccupazioni però infondate secondo spiegano dalle FS: «È da escludere che l’apertura delle porte sia stata determinata dal passaggio dell’Eurostar. L’apertura è dunque collegabile solo ad un intervento manuale dall’interno del treno». Insomma è stato qualcuno, magari un fumatore, che le ha aperte dall’interno tant’è che, aggiunge Fs «anche a seguito dei controlli effettuati successivamente al fatto, le porte sono risultate regolarmente funzionanti». Comunque Fs ha aperto un’indagine per verificare l’esatta dinamica dei fatti e accertare le eventuali responsabilità.
Quello delle porte dei treni che non funzionano è però un caso che sta montando negli ultimi anni. I sindacati di base segnalano numerosi incidenti dovuti alle porte. Anzi citano i dati della Polfer di Bologna che nei soli anni 2005-2006 hanno censito ben 800 incidenti (con quattro morti) riferiti tutti alle porte malfunzionanti. E mettono online l’elenco degli incidenti dovuti anche per il malfunzionamento delle porte definendole «killer».
Dolorose e drammatiche sono le storie delle persone coinvolte. In tutti i casi la trama è quasi identica: le porte si chiudono di colpo con il braccio dentro e il corpo fuori e trascinano il malcapitato fino a quando le urla non fanno breccia. Come quelle della signora Rosalba Garibaldi che nel 2006 da Bologna stava andando a trovare la figlia in attesa di partorire a Mantova e che si è ritrovata, invece, in ospedale senza le gambe. Così come il capotreno Antonio Di Luccio che il 9 marzo del 2006 a Piacenza ha perso anch’egli gli arti inferiori. Vicenda simile per Antonella Tanzi a Pietrasanta il 6 settembre del 2007 : anche lei ha perso le gambe. Invece Maria Nanni, capotreno, il 26 giugno del 2007, ha scampato il peggio grazie alla prontezza dei riflessi dopo esser rimasta incastrata con il braccio tra le porte. Grazie all’esperienza è riuscita a mantenere i piedi sul predellino evitando così di essere risucchiata sotto le ruote.
Ma ci sono anche le storie recenti di persone rimaste incastrate nelle porte che raccontano di morte. Come quella di una donna di 77 anni, (24 settembre 2008). Si chiamava Giuseppina Tagliente che, dopo essere rimasta bloccata in una porta, è stata investita sotto gli occhi del marito, alla stazione ferroviaria di Fasano, dall’Eurocity Bolzano-Lecce dal quale stava scendendo. In questo caso (riportava L’Ansa) «il treno si era fermato regolarmente in stazione per far scendere i passeggeri. La coppia di anziani era nell’ultima carrozza: l’uomo è sceso per primo, la moglie qualche attimo dopo proprio mentre il macchinista rimetteva in marcia il treno, senza accorgersi di nulla. La donna è rimasta schiacciata tra la carrozza e il marciapiede della stazione. Sono stati alcuni passeggeri appena scesi a dare l’allarme, ma per l’anziana non c’era più nulla da fare».
