Si è svolto per l’intera giornasta di venerdì lo sciopero dei dipendenti dell’Ikea di Corsico (Milano) . Secondo la Uiltucs, il sindacato di categoria della Uil a cui aderisce la Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria), è dovuta alle “inaccettabili” condizioni di lavoro.
L’Ikea, sotto i simpatici accostamenti di colori e l’apparente amichevolezza verso i clienti, sembra rivelare un tratto sottostanto piuttosto duro. Si sapeva di pratiche rigide e anche offensive nei confronti dei clienti. Un cliente che aveva speso migliaia di euro in una giornata, accortosi nel disfare i pacchi che alcuni pezzi di ceramica si erano sbeccati, alla richiesta di cambio si era sentito dire da una impettita impiegata che erano fatti suoi e amen.
Ora a quanto pare sta emergendo una certa rigidità scandinava anche nei confronti dei lavoratori dipendenti. Nel comunicato sindacale si afferma: «Continuano le contestazioni disciplinari inutili, provocatorie e presuntuose, si cronometra il tempo impiegato a fare la pipì, si questiona sul mangiare i chewing gum e in alcuni casi si attua una vera e propria persecuzione personale, come nel caso di un delegato sindacale di un’altra sigla, verso il quale va tutta la nostra solidarietà».
Secondo il sindacato, «si diffondono controlli ossessivi, fioccano sempre più spesso da parte dei manager accuse di incompetenza e demotivazione, e si lanciano sfide personalistiche a mero scopo intimidatorio nei confronti dei dipendenti». Uno stato di cose e un “clima di lavoro” che i lavoratori dell’Ikea hanno deciso di non accettare più.
