ROMA, 12 SET – ''Troveremo una data che vada bene, visto che noi non abbiamo alcun problema ne' di luogo, ne' di giorno, ne' di orario. Soltanto se questo non dovesse accadere valuteremo altre mosse''. Il procuratore Giovandomenico Lepore, a capo dei pm di Napoli che indagano sulla presunta estorsione al premier di cui sono accusati Gianpaolo Tarantini, sua moglie Nicla e il faccendiere Valter Lavitola, si dice ''sicuro'' che non ci sara' bisogno di chiedere alla Camera l'autorizzazione all'accompagnamento coatto. ''Del resto – rileva in un'intervista al Corriere della Sera – e' stato lo stesso premier a spiegare di non temere i magistrati''.
''Ho chiesto all'avvocato Ghedini di mandare la rinuncia scritta e di indicarci contestualmente una nuova data. Se questo non accadra' stileremo noi una rosa di giorni e su quelli bisognera' prendere una decisione'', afferma Lepore. I tempi, sottolinea il capo della procura di Napoli, ''sono molto stretti'', perche' ''dalla deposizione del presidente del Consiglio dipendono molte circostanze legate all'inchiesta. La piu' importante riguarda il destino di due persone che sono attualmente detenute per estorsione. Per questo – spiega – e' necessario chiarire le modalita' dei fatti, soprattutto per quanto riguarda la consegna dei soldi''. Inoltre, prosegue Lepore, ''i difensori degli indagati hanno posto un problema di competenza alla quale bisogna rispondere entro termini fissati dalla legge. Prima di farlo riteniamo pero' indispensabile conoscere la versione dei fatti del presidente, che e' la parte lesa'' e quindi ''e' un suo interesse fornirci la propria versione dei fatti''. In merito all'ipotesi di un memoriale del premier, ''se arrivera' lo leggerermo'', dice il procuratore, ''ma certamente non potra' essere sufficiente, perche' ci sono delle domande che dobbiamo porre''. Lepore si dice pronto a dare chiarimenti al ministro della Giustizia sulla fuga di notizie. ''Sara' l'occasione per scoprire come mai c'e' stata tanta sollecitudine quando e' filtrata sul settimanale Espresso la frase di un'intercettazione telefonica e invece non e' accaduto nulla quando il settimanale Panorama ha pubblicato in maniera pressoche' integrale la nostra richiesta di arresto: una fuga di notizie, che certo non e' stata provocata da noi, 'utilizzata' per avvisare qualcuno di quanto stava accadendo''.
