CHIGNOLO D’ISOLA (BERGAMO) – ”Quella immagine ce l’ho stampata negli occhi. Certe cose le vedevo solo nei film e adesso mi sogno tutto di notte”. E’ la dolorosa testimonianza di Ilario Scotti, l’uomo che sabato pomeriggio, a Chignolo d’Isola (Bergamo) nel recuperare il suo aeromodello che era precipitato nella sterpaglia, ha trovato i resti di Yara Gambirasio. La sua vita, come ha raccontato parlando con vari mezzi di informazione, ora è cambiata. ”Sabato non mi sono reso conto… Sono stati i poliziotti a dirmi chi era quella poverina – racconta -. Ma io in quel posto ci andavo ogni sabato, ho una passione, gli aeromodelli, o per seguire mio figlio quando gioca a calcio, è una passione come un’altra, non avrei mai immaginato di vedere quello che ho visto”.
”All’inizio ho visto solo il mio modellino bianco dalla coda rossa infilata tra le sterpaglia – dice ancora Ilario, che vive a Bonate Sotto – poi ho notato qualcosa che mi ha colpito, ma la prima cosa che ho pensato era che fosse un mucchio di stracci neri, neppure per un attimo credevo di trovarmi davanti ad una persona morta”. ”Poi – continua – quando ho realizzato che quegli stracci avevano una forma umana ho pensato si trattasse di un manichino”.
Solo guardando meglio ha capito che era un cadavere, ma neppure per un attimo ha collegato quel corpo martoriato alla bella ragazzina sorridente, le cui foto sono ancora attaccate ovunque. Ha subito chiamato il 113. ”Ero sconvolto – ricorda – mentre l’operatore con insistenza e urgenza mi chiedeva di indicare la via o comunque un punto di riferimento, ma io ero talmente choccato e non mi veniva in mente nulla di preciso da dirgli”. In attesa dell’arrivo della polizia, si è fatto il segno della croce e ha recitato una preghiera.