Ilva, Ferrante: “Rischio chiusura il 14 dicembre”. Armatori potranno chiedere danni

TARANTO – “L’impianto Ilva di Taranto potrebbe chiudere il 14 dicembre per mancanza di materie prime e ciò comporterebbe gravissimi rischi per la sicurezza”. E’ quanto sostiene il presidente Bruno Ferrante, che lancia un allarme con una lettera inviata alla magistratura e raccolta dall’Ansa.

In seguito alla direttiva dei custodi giudiziari del 12 novembre scorso sugli sbarchi di materie prime destinati ai parchi minerali dell’Ilva, gli armatori della navi potrebbero chiedere all’Ilva la detenzione del materiale al fine ”di ottenere tutti i danni diretti ed indiretti dalla sosta prolungata con conseguente ulteriore aggravio di costi oggi non quantificabili”. Lo sottolineano i tecnici dell’Ilva Tommaso Capozza, Vincenzo Dimastromatteo ed Ettore Vozza nella lettera inviata ai custodi giudiziari e ai magistrati che si occupano dell’inchiesta per disastro ambientale.

L’applicazione delle disposizioni dei Custodi giudiziari, in ordine allo scarico delle materie prime al porto di Taranto, causa il pericolo che si fermino ”tutti gli impianti dell’area a caldo dello stabilimento” con gravissimi rischi per la sicurezza. Lo stop forzato dovuto alla mancanza di materia prime – i Custodi impongono uno stoccaggio massimo di 15 giorni – comporterebbe una fermata non in sicurezza con conseguente ”esposizione a gravissimi rischi di incidente rilevante e danni irreparabili agli impianti”.

Nelle conclusioni della lettera inviata da Ferrante ai magistrati, si legge che ”la verifica dell’applicazione della disposizione dei custodi allo sbarco delle materie prime, evidenzia la palese incompatibilità delle stesse con i programmi operativi dello stabilimento per il periodo in esame e noti ai custodi”.

”E’ del tutto evidente che l’applicazione della disposizione dei custodi giudiziari allo sbarco delle materie prime determinerà effetti devastanti per l’Ilva dovuti alla fermata, non in sicurezza, di tutti gli impianti dell’area a caldo con conseguente esposizione a gravi rischi di incidente rilevante e danni irreparabili agli impianti, scenario questo già comunicato verbalmente agli stessi”.

”E’ solo il caso di sottolineare – conclude il presidente Ferrante – che dal 12 novembre, data di comunicazione delle disposizioni dei Custodi giudiziari, ad oggi sono stati accumulati maggiori oneri di Ilva per le controstallie per 850 mila dollari”.

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Alessandro Avico