Ilva, bocciato il piano di investimenti. Nuovi dati sulla mortalità: +27%

(Foto Lapresse)

TARANTO – I custodi giudiziari degli impianti Ilva di Taranto hanno bocciato il piano di investimenti consegnato dalla stessa Ilva alla Procura il 14 settembre.

Gli ingegneri  Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento (cioè i custodi dello stabilimento) hanno dato il loro parere al procuratore e ai pm. Ora toccherà alla Procura dare il proprio parere non solo sul piano di investimenti, ma anche sull’istanza allegata dall’Ilva in cui si chiede di conservare una minima capacità produttiva che consenta all’azienda di poter fare ulteriori investimenti. Secondo il decreto del gip il sequestro degli impianti dell’area a caldo non prevede l’uso.

Il parere negativo della Procura appare quasi scontato, visto che più volte lo stesso procuratore ha ricordato che la mancanza di facoltà d’uso non prevede produzione.

Sull’Ilva si riapre anche la discussione sui rischi alla salute di chi abita nella zona.

Il giorno dopo lo scontro tra il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, e il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sui dati allarmanti del rapporto Sentieri, un altro studio, pubblicato sulla rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia, rileva che la mortalità a Taranto per tutte le cause aumenta in percentuali dall’8% al 27% a seconda dei quartieri, i tumori maligni tra il 5 e il 42%, le malattie cardiovascolari tra il 10 e il 28%, e le malattie respiratorie tra l’8 e il 64%.  Secondo lo studio i ricoveri e la mortalità sono più alti nei quartieri più vicini agli impianti.

L’analisi per livello socioeconomico ha evidenziato rischi maggiori Sia per gli uomini sia per le donne, e anche il rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari, respiratorie, malattie dell’apparato digerente, tumori (in particolare stomaco, laringe, polmone e vescica) ”con eccessi nelle classi più svantaggiate”.

Anche dopo aver tenuto conto del livello socioeconomico, sono emersi tassi di mortalità e ospedalizzazione più elevati per alcune patologie per i residenti nelle aree più vicine alla zona industriale: quartieri dei Tamburi (Tamburi, Isola, Porta Napoli e Lido Azzurro), Borgo, Paolo VI e il comune di Statte.

Nelle conclusioni dello studio si spiega che ”i risultati di questo studio mostrano un’importante relazione tra stato socioeconomico e profilo sanitario nell’area di Taranto. Dopo aver tenuto conto di tale effetto, i quartieri più vicini alla zona industriale presentano un quadro di mortalità e ospedalizzazione più compromesso rispetto al resto dell’area studiata”.

E il ministro Clini torna all’attacco dopo l’accusa dio Bonelli di aver nascosto i dati: “Non c’è nulla di segreto, nulla di nascosto. L’unica cosa evidente è che si stanno manipolando con grande spregiudicatezza dati incompleti e si sta creando una pressione sulla popolazione e sulle autorità. Abbiamo bisogno di responsabilità. Non c’è nessuno oggi che può dire che c’è una relazione causa-effetto sulle attività industriali attuali dell’Ilva e lo stato di salute della popolazione”.

La replica di Bonelli: “Clini ha proprio sbagliato: abbiamo dimostrato che non abbiamo manipolato e che i dati annunciati non sono errati. Questi dati ci siamo presi la responsabilità di renderli pubblici. Ci chiediamo perché non sono stati resi pubblici dal ministro della Salute e dal governo. Noi oggi facciamo un’operazione di chiarezza anche nei confronti del ministro Clini”.

I dati in questione – ribadisce Bonelli – sarebbe stato ”opportuno che fossero venuti fuori prima della conclusione dell’Autorizzazione integrata ambientale”. Inoltre, ”non sono un manipolatore, anzi i dati sono assolutamente veri: sono stati trasmessi dall’Iss al ministero della Salute l’8 marzo del 2012 e depositati alla procura il 30 marzo del 2012. Allora essendo a conoscenza di ministri e del governo, perché sono stati taciuti?”.

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Maria Elena Perrero