L’Ilva “può restare aperta”. Basta che “rispetti le regole ambientali”

L’Ilva di Taranto (foto Lapresse)

TARANTO – L’Ilva “può restare aperta”. Parola del procuratore di Lecce, Giuseppe Vignola, che pone le condizioni perché la fabbrica possa continuare a lavorare. Vignola è stato intervistato da Repubblica.

Così ha giustificato l’azione della Procura di Taranto: ”Sembrava che fossero stati i magistrati a causare l’inquinamento e il disastro sanitario di Taranto. Oggi quello che è accaduto in Prefettura a Taranto rimette un po’ le cose a posto” nel senso che ”i ministri hanno sostanzialmente recepito tutte le nostre indicazioni, facendole proprie e inserendole come diktat nell’Aia”.

”Il punto principale – spiega – è che l’Ilva rispetti le prescrizioni”. Se non le rispettano, aggiunge, ”devono chiudere. E’ lo stesso concetto che sostenevamo noi. Significa quindi che quello che era stato fatto andava nella direzione giusta, e soprattutto che non eravamo impazziti. Ordinare la chiusura di una produzione industriale è stato un provvedimento assai sofferto, ma secondo noi era l’unica strada percorribile”.

Vignola ribadisce che il sequestro era ”inevitabile” visti la relazione dei periti e ”l’atteggiamento tenuto fino a quel momento” dall’azienda. ”Questa volta – sottolinea – certamente se le cose non vengono rispettato al centimetro non avranno scampo. Ecco perche’ sono davvero contento dell’intervento del governo. Sono contento della sintonia tra pezzi dello Stato proprio nel momento in cui sembrava riprodursi un braccio di ferro tra politica e magistratura”.

I morti di Taranto non sono più di ‘serie B’, dice, ”l’emergenza ambientale è trattata come priorita’ nell’agenda della politica”, ”Taranto è finalmente un caso nazionale”.

Soddisfatto per l’esito dell’incontro in Prefettura anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, intervistato dall’Unità. Clini ha detto che non vuole ”convincere i giudici”, ma neanche fare la guerra alla magistratura: nella nuova Aia, sottolinea, sono state accolte le ”stesse cose che chiede il gip a parte la chiusura”. ”I due percorsi – aggiunge – quello del ministero e quello della magistratura, sono paralleli. Spero che si incontrino presto e che la questione si risolva”.

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Alberto Francavilla