Immigrati in piazza a Coccaglio, tensioni sul “Bianco Natale”

Coccaglio

Agli immigrati che hanno protestato nella mattinata del 23 novembre davanti al municipio di Coccaglio, nel Bresciano, il Natale piace colorato. Non “bianco”, quindi, come invece lo vorrebbe la Giunta leghista del Comune che nei giorni scorsi, suscitando numerose polemiche, aveva annunciato l’operazione “White Christmas” per allontanare tutti i clandestini prima delle feste.

Davanti alla sede del Comune gli immigrati erano un centinaio. Numerosi i poliziotti e tensione palpabile. Perchè, a scatenare la protesta è stato lo stupro, compiuto da un magrebino ai danni di una ragazza a Rovato, a una decina di chilometri di distanza. La vittima è stata violentata in macchina per ore e, quando lo stupratore è stato preso ha rischiato il linciaggio.

Ma gli immigrati per bene non ci stanno, rifiutano l’omologazione, rifiutano di passare tutti per potenziali criminali e stupratori. E, per dirlo ed affermare la propria distanza dall’autore dello stupro, hanno scelto Coccaglio, che dopo l’ennesima bizzarra iniziativa leghista è diventato un luogo simbolo di tutti i pregiudizi contro lo straniero.

A Rovato governa il centrosinistra, a Coccaglio il centrodestra. E tra i Comuni dei due paesini c’è un fuoco incrociato di accuse. Per il leghista Franco Cla­retti, sindaco della “bianca” Coccaglio, «in piaz­za non c’erano certo gli immi­grati del nostro paese. Sono arrivati da Rovato e Cazzago, dove criminalità e clandestini esistono eccome, fa­rebbero meglio a manifestare là. Coccaglio è un’oasi felice as­sediata dagli irregolari». Un modo per dire che gli unici a fare qualcosa contro la criminalità dei clandestini sono gli amministratori della Lega. Che poi gli abitanti del paese siano d’accordo o meno non sembra interessare troppo l’amministrazione.

Accuse respinte con fermezza da Francesco Corbetta, assessore alla Sicurezza di Rovato: «Faci­le strumentalizzare quello che è successo. La realtà è ben diver­sa e riguarda principalmente la gestione degli stranieri». Da Ro­vato, quindi, si attacca la Bossi-Fini e ricorda­no che «alla faccia della legge» Ben Karim Cherkaoui, il maroc­chino accusato dell’aggressio­ne dell’altra notte, era libero malgrado una denuncia per possesso di droga del 2007 e precedenti per spaccio.

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Emiliano Condò