Naufragio nel Canale di Sicilia, un sopravvissuto racconta: “I miei compagni si aggrappavano a me”

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Mostra un ematoma al sopracciglio sinistro e fa il gesto del pugile. Karim, somalo, è uno dei 51 sopravvissuti del naufragio di stanotte nel Canale di Sicilia.

In acqua si è dovuto difendere da due compagni di viaggio che non sapevano nuotare e che si sono aggrappati a lui. Non sa se loro ce l’hanno fatta, era buio, non li ha neanche visti in faccia. Lui l’ha scampata.

Karim dice di avere 17 anni perché questo gli procurerebbe qualche vantaggio, ma prima di dire che è nato nel ’94 ci pensa un po’. In verità, di anni ne dimostra cinque o sei di più.

Parla un po’ inglese e un po’ italiano, le poche parole della nostra lingua le ha apprese dal padre. ”Buio” e ”acqua” ricorrono continuamente nel suo discorso.

Alla Base Loran dove adesso è ospitato, stanno portando via i profughi arrivati ieri per far posto ai naufraghi di oggi, nel tentativo di dare migliore accoglienza alle persone che hanno vissuto questa esperienza tremenda, che Karim somma alle vicissitudini precedenti: la fuga dalla Somalia, la tappa in Sudan e poi in Libia, dove viveva da un anno e mezzo e faceva occasionalmente il muratore a Tripoli.

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Maria Elena Perrero