Inchiesta Fastweb: fermato Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica: avrebbe ricevuto soldi in nero da Mokbel

I carabinieri del Ros hanno fermato Lorenzo Cola, in passato consulente di Finmeccanica, nell’ambito dell’inchiesta sul maxi-riciclaggio che coinvolge Fastweb e Telecom Italia Sparkle. L’accusa è , tra l’altro, di concorso in riciclaggio.

Cola è stato fermato a Roma mentre, secondo quanto si è appreso da fonti investigative, stava lasciando l’Italia per andare negli Stati Uniti. Cola è accusato di riciclaggio in concorso con l’imprenditore Gennaro Mokbel, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere sgominata dal Ros, l’ex senatore Nicola Di Girolamo, e altre due persone coinvolte nell’inchiesta, Marco Iannilli e Marco Toseroni.

I cinque indagati sono coinvolti in un nuovo fronte dell’inchiesta romana sul maxi-riciclaggio: oggetto delle indagini un investimento di 8,3 milioni di euro sborsati da Mokbel (e di presunta provenienza illecita) per l’acquisizione di quote di una società, la Digint, partecipata da Finmeccanica.

Secondo l’accusa Mokbel avrebbe versato il denaro su conti esteri a Iannilli e Cola, attraverso bonifici fatti da Toseroni, acquisendo il 51% della Digint (il restante 49% e’ invece riconducibile a Finmeccanica). I carabinieri sono riusciti a ricostruire il flusso del denaro, partito da Singapore, transitato per San Marino su un conto di Iannilli e finito in Svizzera.

La Digint, la società informatica partecipata al 49% da Finmeccanica e, per il 51%, acquisita dal “gruppo” di Gennaro Mokbel, secondo gli inquirenti sarebbe una “scatola vuota” finalizzata anche a costituire fondi neri. La vicenda Digint è stata al centro di diversi interrogatori degli indagati. Allo stesso Mokbel, in primis, è stato chiesto il senso di questa operazione finanziaria, che risale al 2007, quando acquistò la maggioranza della Digint per circa 8 milioni di euro. Una cifra questa giudicata alta da chi indaga, visto che pochi mesi prima il 49% era stato acquistato dalla Finmeccanica Group Services per due milioni di euro.

Anche l’ex senatore Nicola Di Girolamo, arrestato nell’ambito dell’inchiesta, è stato sentito dagli inquirenti su questo tema specifico ed avrebbe ammesso, secondo indiscrezioni, che l’operazione Digint sarebbe servita a creare fondi neri all’estero. Secondo l’ipotesi accusatoria la Digint avrebbe dovuto acquisire contratti, salendo così di valore: a questo punto il 51% acquistato dal gruppo riconducibile a Mokbel sarebbe stato venduto a Finmeccanica e le plusvalenze di questa operazione sarebbero state ripartite tra gli interessati.

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Alberto Francavilla