Piena legittimità del proprio operato e regolarità delle gare di appalto che si sono svolte «non solo in modo legittimo, ma con il controllo di una molteplicità di persone e di comitati di esperti che ne hanno verificato la limpidezza». Con queste parole Angelo Balducci, presidente del Comitato superiore dei lavori pubblici si è difeso oggi davanti al Gip di Firenze, Rosario Lupo, dall’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti legati agli appalti per il G8 alla Maddalena.
L’alto dirigente è stato interrogato per circa tre ore nel carcere romano di Regina Coeli dove è detenuto da due giorni. Secondo quanto riferito dai suoi difensori, gli avvocati Roberto Borgogno e Francesca Coppi, Balducci «ha risposto punto per punto a tutte le contestazioni con molta decisione e determinazione».
In particolare, ha sostenuto che gli appalti oggetto di contestazione sono stati assegnati ad «imprese che avevano i requisiti per averli». Circa i rapporti con l’imprenditore Diego Anemone, altro soggetto arrestato e che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere, Balducci ha sottolineato che questi sono datati nel tempo e «personali in quanto le ditte riconducibili ad Anemone hanno svolto numerosi lavori nell’ambito della pubblica amministrazione».
«Ma questi rapporti – ha precisato Balducci – non hanno mai influito nelle scelte della pubblica amministrazione e sono stati sempre tenuti distinti».
«Balducci ha ribadito – ha spiegato l’avvocato Francesca Coppi – che come funzionario dello Stato ha sempre distinto i due ruoli di pubblico e privato». L’ingegnere ha inoltre chiarito alcuni episodi fornendo documentazioni come l’utilizzo di autovetture sostenendo che sono state sempre pagate con propri soldi.
Per quanto riguarda i viaggi in aereo, secondo la difesa di Balducci, questi rientravano «nelle condizioni contrattuali degli appalti, ovvero negli obblighi dell’impresa vincitrice degli appalti che si impegna a mettere a disposizione dell’amministrazione i mezzi per spostarsi nei cantieri».
Per quanto riguarda l’imprenditore Diego Anemone, l’avvocato ha spiegato che non è il vincitore degli appalti sui Mondiali di nuoto e sul 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, come viene contestato nelle accuse rivolte al presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
«Gli appalti che gli sono contestati – ha spiegato – sono sei. Dei primi tre, quelli relativi ai Mondiali di nuoto e alle celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, Balducci ha dichiarato che nessuna impresa di Anemone è risultata vincitrice. Anemone – ha precisato – è poi intervenuto nella fase esecutiva, in associazione con altre imprese».