”Anemone mi disse che cercava un appartamento; io l’ho aiutato a trovarlo, era quello di via Giulia: ho saputo dopo che la casa era per lui, me lo disse lo stesso Curi, ovvero il proprietario dell’immobile”. Così, nel verbale del 18 maggio scorso, l’architetto Zampolini ricostruisce la vicenda dell’appartamento messo a disposizione del capo della Protezione Civile. Una versione che Bertolaso ha smentito sostenendo che la casa gli fu trovata dal professor Francesco Silvano, collaboratore di Propaganda Fide.
A coinvolgere l’architetto, intorno al 2005-2006, ha raccontato ai pm perugini lo stesso Zampolini, fu Diego Anemone che cercava una casa in affitto. Secondo Zampolini venne consegnato un acconto iniziale ”di alcuni mesi” con soldi dati da Anemone ”in contanti”. ”Successivamente Curi – ha aggiunto l’architetto – si rivolgeva a me per il pagamento dei canoni maturati, tanto che alla fine, a causa dei lunghi ritardi nei pagamenti, si è determinato a risolvere il contratto. Mi sentivo responsabile del fatto che il canone per il contratto che avevo procacciato personalmente non venisse pagato”.
Secondo Zampolini era Anemone a consegnargli i soldi per pagare l’affitto, circa mille e 500 euro al mese. Nell’interrogatorio, l’architetto parla anche dei rapporti tra Anemone e Bertolaso: ”Mi chiedete se Bertolaso e Anemone si incontrassero a Roma – dice ai pm – rispondo che non ne sono a conoscenza. So che c’era confidenza ma non so fino a che punto”.