Roma. Inchiesta riciclaggio: si dimette Andrini, di Ama Servizi

Tra le carte dell’inchiesta sul maxi riciclaggio spunta il nome dell’amministratore delegano dell’Ama Servizi, l’azienda che nella capitale si occupa della nettezza urbana. Lui, Stefano Andrini, decide di autosospendersi dall’incarico.

Il nome di Andrini è noto, almeno per i romani. Sulla sua nomina ai vertici dell’Ama, in agosto, si era alzato un polverone. Colpa di quella condanna penale per aggressione ai danni di ragazzi di sinistra nell’89 e di quel passato nell’estrema destra. Eppure a volerlo era stato proprio il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Andrini, infatti, è molto vicino ad An e allo stesso primo cittadino.

Ora il suo nome compare nel provvedimento di custodia cautelare del caso Fastweb e Telecom perché, secondo quanto scritto dai magistrati della procura di Roma, Andrini ha fatto parte della truffa che ha portato alla richiesta di arresto del senatore Nicola Paolo Di Girolamo.

Nei confronti di Andrini non é stata adottata nessuna misura cautelare. Nel capo di imputazione Andrini è indicato, assieme a «Mokbel Gennaro e Ferretti Gianluigi, quali istigatori, e al Di Girolamo Nicola Paolo, quale esecutore materiale» per avere «con inganno, consistente nel rappresentare falsamente il Di Girolamo di essere residente all’estero» e avere affermato «falsamente a Ciannella Filomena, funzionaria del Consolato d’Italia a Bruxelles e responsabile dell’Ufficio Anagrafe Consolare, che «Di Girolamo era residente in Belgio, nel comune di Etterbeek». Il tutto, rileva il Gip, «al fine di ottenere il nulla osta all’iscrizione di Di Girolamo nelle liste elettorali di quel Consolato».

«Ho deciso di autosospendermi dal ruolo di amministratore delegato di Ama-servizi ambientali – ha detto Andrini – per senso di responsabilità istituzionale nei confronti dell’azienda e del Comune di Roma, e per evitare che la mia vicenda venga strumentalizzata per motivi politici».

«Intendo ribadire, tuttavia – ha aggiunto . la mia totale estraneità alla vicenda Di Girolamo tanto che, a quanto ho appreso, non risulto neppure iscritto nel registro degli indagati».

La storia di Andrini. Un passato di militanza nell’estrema destra, nel 1989 Andrini è stato condannato in primo grado a quattro anni e 8 mesi per tentato omicidio di due giovani di sinistra davanti al cinema Capranica.

Ancora nel 2007 in una informativa alla Procura, la Digos definiva Andrini «il noto Andrini Stefano, conosciuto per la sua appartenenza ai gruppi neofascisti “Movimento politico occidentale” e “Alternativa popolare nazionale”». Il primo è quello fondato da Maurizio Boccacci, che ancora oggi rivendica commemorazioni di dirigenti nazisti e fa parte del movimento skinhead d’Italia.

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luiss_vcontursi