Inchieste di Bari: “Lady Asl” interrogata da magistrati svizzeri, è accusata di “autoriciclaggio”

Lea Cosentino

L’ex direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino, è stata interrogata nella mattinata di venerdì 16 aprile nella città pugliese da due pubblici ministeri della procura di Lugano.

I magistrati elvetici hanno eseguito una rogatoria dopo aver intercettato un bonifico bancario di 50 mila euro fatto in favore di Cosentino su un conto corrente riconducibile al manager, aperto in una banca di Lugano.

La Cosentino, che è agli arresti domiciliari dal 14 gennaio scorso su disposizione della magistratura barese, ha risposto alle domande dei magistrati elvetici assistita da due difensori. All’ex manager, ribattezzata dalla stampa ‘Lady Asl’, nei giorni scorsi era stato notificato un invito a comparire firmato anche dal procuratore di Lugano.

L’ipotesi di reato della Procura elvetica è quella di “autoriciclaggio”,  un reato non previsto  nella nostra legislazione ma che dovrebbe essere presto introdotto nel rispetto delle convenzioni internazionali.

Alla base della contestazione di autoriciclaggio c’é, a monte, un’ipotesi di corruzione commessa – secondo gli inquirenti elvetici – da ‘Lady Asl’. Il prezzo della corruzione sarebbe di 50.000 euro, lo stesso importo del bonifico intercettato dai magistrati elvetici sul conto corrente di una banca di Lugano riconducibile – secondo l’accusa – all’ex manager.

Lady Asl è l’unica persona nei confronti della quale oggi è stato disposto l’interrogatorio, ma nell’indagine dei magistrati elvetici ci sarebbero i nomi di altre persone che hanno custodito in Svizzera presunte tangenti ricevute da imprenditori pugliesi in cambio di appalti. Cosentino, su disposizione della magistratura barese, è agli arresti domiciliari dal 14 gennaio scorso perché coinvolta, assieme ad altri, nell’indagine sulla falsificazione dell’intera procedura di selezione del dirigente medico di allergologia dell’ospedale di Altamura (Bari) e sulla bonifica di alcuni uffici della Asl Bari dalla presenza di eventuali microspie installate dalla magistratura.

Il bonifico di 50.000 euro sul conto di Lugano attribuibile – secondo l’accusa – alla Cosentino è stato fatto estero su estero dall’imprenditore Rino Metrangolo, riconducile al gruppo Finmeccanica. La transazione è avvenuta – secondo quanto riporta l’Ansa – nell’autunno 2008 dal conto di una banca di Montecarlo a quello svizzero riconducibile a Cosentino. Il nome di Metrangolo compare nelle indagini della procura di Bari sulla gestione della sanità pugliese e sulle presunte tangenti pagate dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini a dirigenti, funzionari e primari delle aziende sanitarie.

Di Metrangolo si parla a proposito della riunione del 21 gennaio 2009 nella sala privé dell’hotel De Russie di Roma. All’incontro parteciparono Metrangolo, Cosentino, Tarantini, e gli imprenditori pugliesi Cosimo Catalano della ‘Supernova’ ed Enrico Intini. La conversazione tra i cinque fu intercettata dalla Guardia di finanza. Si parlava – secondo l’accusa – di alcuni appalti pubblici indetti o da indire dalla Asl Bari per la fornitura di servizi vari.

In particolare, si discuteva di un appalto per l’affidamento del servizio di pulizia, ausiliariato, portierato e supporto logistico alle attività assistenziali. Secondo la procura di Bari, dai dialoghi si colgono le intenzioni di interpretare, nella gestione degli appalti, le aspettative di alcuni politici (gli ex assessori regionali Alberto Tedesco e Mario Loizzo) e dei gruppi imprenditoriali gravitanti attorno a loro, e di turbare alcune gare. Inoltre, alcuni dei presenti dissero di voler tripartire il capitolato in un appalto per consentire l’ingresso di molteplici gruppi imprenditoriali ruotanti attorno ai capigruppo, a ciascuno dei quali sarebbe stato affidato un terzo appalto. Non mancano, infine, i riferimenti al capitolato di un appalto per l’energia.

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Alberto Francavilla