Giovanna Maria Fagnani per il Corriere della Sera spiega:
Gli avvocati del medico avevano chiamato in causa l’assicurazione del loro assistito, ma il giudice ha escluso che i fatti rientrassero nella polizza sottoscritta. La causa civile era stata intentata nel 2011. A rivolgersi al Tribunale era stata una coppia di conviventi, entrambi con figli da precedenti relazioni. Nel 2008, i due avevano avviato un’attività commerciale che non aveva avuto successo. Inoltre, il compagno aveva perso il lavoro e aveva scoperto di essere ammalato. Per questo motivo, la coppia aveva deciso di non avere altri figli e la donna, che in passato aveva fatto uso della pillola, si era rivolta al suo medico curante, chiedendo la prescrizione di un cerotto anticoncezionale. Il dottore le aveva però prescritto l’Estraderm Tts50, un farmaco per la terapia ormonale in menopausa.
La donna aveva cominciato a utilizzarlo e, poco dopo, aveva scoperto di essere incinta. Insieme al compagno, avevano deciso di tenere il bambino, che è nato nel 2009. Poi, si erano rivolti a un legale per avere un risarcimento del danno patrimoniale. Il giudice ha dato loro ragione. «È certa la responsabilità per grave negligenza o grave imperizia (del medico) – scrive il giudice nella sentenza – avendo sbagliato clamorosamente la prescrizione di un farmaco il cui foglietto illustrativo non lascia dubbio alcuno». Ed essendo quindi «accertata la colpa professionale», il dottore dovrà risarcire i genitori, perché «è indubbio che la nascita di un figlio comporti delle spese che è necessario affrontare per il suo mantenimento e la sua educazione». Spese che «costituiscono conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento medico». Il giudice ha quindi stabilito come danno risarcibile «le spese che i due genitori devono accollarsi fino alla sua indipendenza economica, che nel caso di colloca a 20 anni».