Il racconto del Giornale, invece, sembra quello di un altro evento. Già dal titolo di apertura “sono criminali” si capisce che l’accento è sugli scontri. Fino a che si rimane sulla cronaca, però, i fatti sono più o meno gli stessi. E’ l’interpretazione che cambia. A pagina cinque, un articolo firmato Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica racconta la guerriglia vista dalla polizia. La sola cosa che coincide con la versione di Bonini è l’ordine di non intervenire.
Dice un poliziotto: “Maledetti! Guardate là il collega ferito, è la fine del mondo, guardate quanti incappucciati circondano il blindato dei carabinieri. Altro che pochi violenti isolati,diamine.È un’altra Genova,questa. E noi stiamo qui a fare le belle statuine mentre in testa ci piove di tutto. Fermi, dietro ai blindati, carne da macello mentre quelli (indica il furgone dell’Arma circondato dai black bloc, ndr ) alposto di guida vedono la morte in faccia e magari pensano a quello là, come si chiamava, a quello che ha sparato a Giuliani a Genova. Una follia, cazzo. Una follia. Questa maledetta politica buonista è una follia. Perché la parola d’ordine sapete qual è? La volete sapere? Abbozzare. Attendere. Ripiegare. Non rispondere. Dobbiamo ab-boz-za-re sempre e comunque! Dal G8 di Genova l’ordine è sempre quello, altrimenti ci danno della polizia cilena e fascista”.
Per sottolineare la tesi, il Giornale pubblica, in fondo alla stessa pagina, luna foto ormai storica, con questa didascalia: Era il 20 luglio 2001 quando a Genova, durante il G8 morì Carlo Giuliani, colpito da un proiettile mentre stava per colpire un poliziotto nella camionetta lanciandogli addosso un estintore. La scena è molto simile, per difetto, a quelle riprese nel pomeriggio di sabato 15 a Roma: un giovane mascherato che sta per lanciare una bombola, un trave che entra nel finestrino della camionetta lato passeggero. Questa volta i carabinieri hanno avuto un maggiore controllo dei nervi.
Eppure è l’accusa del Giornale, su “Indymedia era tutto scritto: bagno di sangue”. Il quotidiano si riferisce al sito web vicino alla sinistra antagonista, sito dove si leggevano frasi tipo “Smettiamola di dire che bisogna manifestare in maniera pacifica – scriveva un altro – qualunque persona che ci rappresenterà, in maniera pacifica, sarà corruttibile e diventerà corrotta. Faremo un bordello che ci sentiranno sino in Australia”.
Quanto alle accuse alla decisione della Questura di non intervenire il Giornale contrattacca: “Accusa vigliacca” che “serpeggia” negli ambienti progressisti e su Facebook.
Di certo, 24 ore dopo gli scontri, restano solo i numeri: oltre 70 feriti, 12 arresti, danni per milioni di euro, ancora tutti da stimare.
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