Influenza A e aviaria: i rischi della mutazione del virus

La strategia nella lotta contro la diffusione della pandemia influenzale deve puntare ad  impedire assolutamente che il vi­rus possa espandersi  senza controllo mescolandosi con quello dell’aviaria (H5N1) e che dal­la «ricombinazione» esca più forte e pericoloso.

Questo il nuovo allarme contenu­to nei bollettini dell’Organizza­zione mondiale della sanità e ri­lanciato dal viceministro del Welfare, Ferruccio Fazio, in visi­ta all’ospedale Cotugno di Napoli e poi in Parlamento per un’informativa a Camera e Senato: «Se quanto paventato avvenis­se, il rischio per noi sarebbe grande. La mortalità salirebbe al 30-50%. Attualmente invece siamo fermi sullo 0,002%, mol­to bassa, inferiore a quella di una influenza di stagione». La mutazione è un’evenienza dietro l’angolo quando è in cir­colazione un agente patogeno nuovo. Finora però l’H1N1 non ha mostrato segnali di variazio­ne.

La sorveglianza dei centri preposti a livello internazionale è molto stretta.Il virus sino a questo momento «sembra molto stabile, non è stato osservato nulla di allar­mante », tranquillizza il responsabile della ri­cerca presso i Centri Europei per il control­lo delle malattie, Johan Gieseke.

Per scongiurare l’avvio di una eventua­le mutazione  è attiva una rete di controlli  alla quale partecipa anche l’Italia: «Per ora il virus pandemico appare fragile, tan­to che basta una passata di sa­pone per ucciderlo. Ma non pos­siamo escludere un cambia­mento brusco. Dunque bisogna evitare che si creino le condizio­ni », ha affermato Antonina Dolei, se­gretario della Società italiana di virologia.

In Italia i morti per influenza A sono saliti a 26. Ieri, giovedi,  alla lista si sono aggiunti un uomo di 42 anni, ricoverato a Campobasso, gravemente obeso, e una ragaz­zina di 13 anni di Desio.

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Guido