Meno nascite e più decessi, l’Italia è un Paese che si svuota. E non è colpa del Covid, la pandemia ha solo accentuato un fenomeno vecchio di quasi un decennio. Ogni anno l’Italia “perde” una quota più o meno grande della sua popolazione. Nel 2020 è sparito l’equivalente di una città come Firenze. E anche i residenti stranieri sono in calo.
Al 31 dicembre 2020 i residenti in Italia erano 59 milioni 259mila, 384mila in meno rispetto a 12 mesi prima. Lo ha certificato l’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, nel suo ultimo report sulla popolazione italiana. Una fotografia a tinte fosche in cui l’aspettativa di vita è calata di 14 mesi in media, un po’ più per gli uomini e un po’ più al nord.
Ma le differenze sono minime, e i decessi registrati sono aumentati del 18% rispetto al 2019. Dati evidentemente in relazione tra loro e su cui ha pesato enormemente la pandemia. Nel 2020 si sono registrate 746mila morti di cui, secondo l’Istat, 99mila imputabili direttamente o indirettamente al Covid.
Meno legato alla pandemia è invece il dato delle nascite, ancora in calo e ferme a quota 404mila, con un indicatore di fecondità per donna di 1.4. Val la pena ricordare che l’indicatore di fecondità corrisponde al numero medio di figli che ogni donna mette al mondo, ed è sostanzialmente autoevidente che se questo numero è inferiore a 2, la popolazione presa in esame è destinata a ridursi prima e a sparire poi.
A meno che la rotta non venga invertita. Vero è che la paura e l’incertezza di questo anno condizionato dal coronavirus non hanno stimolato le genitorialità, ma il risultato è che in Italia ci sono stati quasi il doppio dei decessi rispetto alle nascite: 13 ogni 1000 abitanti i primi e 7 ogni mille le seconde. E il risultato è un saldo negativo di quasi 400mila unità.
Saldo in cui rientrano anche gli stranieri residenti: nell’anno passato sono diminuiti di 4mila unità. Pochi rispetto al saldo nascite/morti ma dato importante perché, negli ultimi anni, è solo con il loro contributo che si sono ridotte le perdite.
Già, perché questo trend ‘a svuotarsi’ non è frutto e conseguenza della pandemia, delle molte morti in più e della paura che ha limitato la visione del futuro, ma è un trend vecchio che il covid non ha fatto altro che amplificare. Sono infatti 7 anni, dal 2014, che la popolazione italiana è in calo. Allora si raggiunse il picco di 60.3 milioni di residenti nel Belpaese. Da allora 1.000.000 (e vale la pena indicarlo in cifre) di residenti sono spariti, deceduti e non rimpiazzati da nuovi nati o emigrati.
Una media di oltre 100mila residenti in meno ogni anno confermata da nord a sud senza eccezioni o quasi. Su 20 regioni italiane infatti ben 19 contribuiscono al saldo negativo e 1 sola ha un saldo positivo. E’ il Trentino-Alto Adige, dove si registra una variazione annuale della popolazione pari a +0,4 per mille. In tutte le altre regioni si registra un decremento demografico: -7 per mille al sud, -6,4 al centro e -6,1 al nord.